Fondazione Fare Cinema
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BRERA - Un doc alla ricerca di una nuova lingua


Il doc è ambientato all'interno della Pinacoteca di Brera


BRERA - Un doc alla ricerca di una nuova lingua
Realizzato all'interno di un progetto educativo della Pinacoteca di Brera, diretto con molta delicatezza da Stefano Conca Bonizzoni, "Brera: un'altra storia" è un ottimo esempio di sperimentazione sul linguaggio e sulla parola attraverso il cinema del reale.

Il regista fa raccontare un quadro presente nella Pinacoteca a vari mediatori provenienti da diverse parti del mondo. Ogni "soggetto" darà il propio punto di vista sulla tela prescelta, andando oltre la semplice lettura storico-artistica, ma approfondendo lati di psicologia e di memoria che appartengono specialmente alla sfera del ricordo.

Narratori dall'Africa, dalla Bosnia, dalle Filippine, dal Perù e da molti altri paesi del mondo, raccontano davanti alla camera del regista, ciò che l'impatto con l'opera d'arte gli ha suscitato. Un mediatore sud americano ritrova nel "Cristo morto di Mantegna", la figura rivoluzionaria del Che Guevara e si ricorda di una manifestazione durante la quale ha corso in mezzo ai lacrimogeni della polizia.

Una donna italiana si commuove davanti alla figura cristologica che ha visto propio a Brera da bambina e finisce per trovarvi dentro le contraddizioni che hanno caraterizzato i dolori della propia vita; anche nella realtà come nel quadro, tutto sembra svolgersi sempre tra la luce della gioia e l'ombra della disperazione.

Una donna bosniaca rivede in una scena di un antico matrimonio dipinto, la propia vicenda sentimentale. L'esperimento linguistico-visivo messo in scena dal regista funziona bene grazie anche ad un buon lavoro sulla scelta delle immagini dei dipinti. Il personaggio/mediatore che racconta la propia vicenda umana, non è quasi mai banalmente inquadrato frontale ma sempre "nascosto" dai magnifici quadri presenti a Brera.

Dal reale, si va verso la psicologia del ricordo e viceversa, dimostrando il potere catartico e liberatorio dell'esperienza estetica. Interessanti gli intermezzi che separano le varie testimonianze, che mostrano una galleria piena di vita, accompagnata da una musica sinfonica vivace e frizzante. Regia sobria e asciutta, immagini ben realizzate ed un'idea di linguaggio messa in pratica senza troppa retorica. Didattico e insieme scientifico senza annoiare.

11/10/2014, 16:54

Duccio Ricciardelli