Note di regia del cortometraggio "Ore 12"
Ore 12 nasce dalla necessità di avvicinarmi ad un cinema meno autoreferenziale – che ha contraddistinto i miei lavori precedenti – e dall‟amore per un certo genere cinematografico popolare: il melò action di Hong Kong. Ho sempre desiderato cimentarmi in questo, mescolando formule narrative differenti come lo steso spaghetto western. Ai fini della realizzazione, sono stati fondamentali gli incontri con i ragazzi del laboratorio di cinema Mina. Parlare con loro è stata per me la conferma che, all‟interno di determinati ambienti definiti “a rischio”, c‟è la volontà di mettersi a nudo, di comunicare il proprio disagio. Da subito è emersa la chiara intenzione di non piangersi addosso, piuttosto di mostrare la violenza che ogni giorno si abbatte sui ghetti periferici.
Ed è dalle parole di questi ragazzi che abbiamo strutturato il cortometraggio, partendo da un tema che difficilmente viene raccontato in quei luoghi dove la criminalità regna sovrana. L‟amore quindi, come pretesto narrativo per mostrare una realtà relegata ai margini della società.
Toni D’Angelo