FESTIVAL DI ROMA 9 - "Non so perché ti odio"
Partendo dall’evidente e, ancora oggi estesa riprovazione verso l’omosessualità, il regista ha raccolto le testimonianze di tutte quelle persone che hanno vissuto violenze omofobe, ponendole in parallelo con le rivelazioni di chi, invece, l’ha praticata o la giustifica. Ad esempio, quelle del movimento ultraconservatore delle
Sentinelle in Piedi e di
Forza Nuova, o quella del
Presidente di Giuristi Per la Vita Gianfranco Amato, che ha inviato una lettera ai parlamentari italiani affinché non approvassero il disegno di legge che punisce l’omofobia.
Insomma, un documentario che intende indagare sulla genesi di questo problema fino ad arrivare ad episodi di cyber-bullismo.
Successivamente alla proiezione del film, sono intervenuti lo stesso regista
Filippo Soldi e Vittorio Lingiardi, professore ordinario di Psicologia alla Sapienza.
“Ricordo che ero un bambino quando sentii alla tv la notizia della morte di Pasolini. Un’amica di mia nonna disse che avevano fatto bene ad ucciderlo perché così almeno non andava più dietro ai ragazzini. Io penso che solo un malato di mente possa dire cosa è natura e cosa va contro natura e mi chiedo come sia possibile che non sia stata ancora messa in luce questa assurdità. Quello che avete visto è un estratto, il documentario in realtà dura il doppio” ha detto
Filippo Soldi.
Riguardo all’odio e al come si manifesta, il professor Lingiardi ha spiegato: “Un elemento comune è la paura, ma questo documentario va nel cuore di questa paura, e le sfumature sono tantissime. È un mondo complesso e radicato, riconducibile allo spavento verso qualcosa che viene visto come disordinato o sovversivo di un sistema a cui è più facile vivere e adattarsi. Il fatto che l’atto sessuale, nell’omosessualità, non comporti la riproduzione viene visto come qualcosa che sovverte, e che quindi spaventa. Un altro elemento è il terrore di riconoscere in se stessi un sospetto di omosessualità. Il rapporto tra genitorialità e omosessualità rappresenta il problema della sovversione, che genera un ulteriore conflitto e complicazione. Una differenza è legata ai ruoli di genere. L’uomo nella coppia viene visto come parte attiva. Quando un uomo fa uno scarto rispetto al suo ruolo, produce negli uomini una sorta di scandalo e la voglia di punire”.
Filippo Soldi ha parlato poi delle riprese e delle persone che ha intervistato:
“Durante le riprese, paradossalmente, mi sono stati “più simpatici” quelli di Forza Nuova perché si sono fatti subito carico del pensiero malato, rispetto agli esponenti di associazioni che dichiarano di non essere omofobi con dei sottotesti che a mio avviso sono più pericolosi. Se i ragazzi di Forza Nuova fanno la battuta e dicono cose su cui è più facile controbattere, le dichiarazioni di altre persone che dicono che loro accolgono gli omosessuali, mi fa pensare: ma chi sei tu che accogli? In questo caso l’omofobia è più latente e pericolosa”.
Sul bullismo e l’utilizzo dei social network che ne stimolano la frequenza, parallelamente al discorso dell’educazione e all’eventuale responsabilità dei genitori, il regista ha spiegato:
“Sicuramente c’è una responsabilità. Sui social puoi dire tutto, rimanendo nell’anonimato. È più semplice. Non penso che il bullismo si possa evitare, ma possiamo sperare che una certa mentalità venga fortemente contrastata e, quindi, fare in modo che quel pensiero non vada più da quella parte”.
“È importante intervenire sul contesto educativo, praticando un linguaggio che freni dei commenti offensivi. Una sorta di politically correct che freni ciò che si vede all’esterno”.
Non si conoscono ancora le date di uscita del documentario ma, secondo il produttore, la versione integrale sarà presto disponibile a Roma.
21/10/2014, 16:58
Margherita Pucello