Note di regia di "Una Nobile Rivoluzione"
Ho incontrato Marcella Di Folco nel 1998, in un momento molto particolare della mia vita. Avevo di fronte una scelta esistenziale cruciale e Marcella era in quel momento una persona distante per me: esponente politica della città in cui vivevo, Bologna, e presidente di una associazione importante nell’ambito delle battaglie per i diritti civili in Italia, il MIT (Movimento Italiano transessuale). Insomma una persona pubblica. Non avrei mai immaginato che sarebbe diventata una mia amica, né che sarebbe diventata un punto di riferimento per me.
Chi fosse Marcella ho cominciato a capirlo quando ho iniziato a passare del tempo con lei, seguendola come tanti altri nella sua vulcanica vita di attivista, in viaggio per l’Italia, nelle mille occasioni dei Pride, delle interviste, delle campagne elettorali, degli interventi pubblici, dei comitati politici e delle emergenze politiche cittadine o nazionali a cui prendeva puntualmente parte con generosità ineguagliabile. Quella frequentazione politica mi ha permesso di ascoltare i racconti sorprendenti della sua vita, che suonavano talmente magici che all’inizio stentavo persino a credere veri. Ho scoperto la sua vulnerabilità dietro la forza d’animo dirompente, la sua aggressività, che talvolta rivolgeva anche verso di me, l’arguzia e l’ironia che agiva sempre in pubblico, nelle lotte, con la gente. La sua complessità e il suo magnetismo, il suo coraggio. Quello che però mi è stato chiaro sin dal nostro primo incontro era di essere di fronte a un personaggio storico. Ecco perché il giorno dopo la sua morte, avvenuta nel settembre 2010, ho voluto fare questo film.
Simone Cangelosi