BANANA - Un piccolo film di cui andare fieri
Una commedia divertente e ben girata, con un cast ottimamente selezionato e un copione fresco, credibile ed efficace: si ride (molto) e si riflette (abbastanza), si applaude alle gesta del giovane protagonista e si esce dalla sala con la gioia nel cuore e la voglia di far vedere
"Banana" di Andrea Jublin a tutte le persone care...
È questo l'effetto che fa il film del regista torinese, celebre nel 2008 per aver raggiunto la cinquina di nominati agli Oscar per il cortometraggio di finzione con il suo "
Il Supplente", finalmente in sala con un lungo grazie alla volontà di
Olivia Musini che ha creduto nel progetto e poi coinvolto
Good Films in veste di produttore e distributore (spiace sapere che
il film uscirà in sole 10 copie e per di più nel solo circuito UCI, nei multiplex fuori città che non sembrano il luogo ideale per il passaparola di lavori come questo...).
Non è un film sui massimi sistemi, "
Banana", è una bella commedia, delicata e divertente, che racconta le gesta di un ragazzino "brutto, ciccio, nano e pazzo", Giovanni, detto Banana per le sue qualità calcistiche deficitarie. Innamorato perdutamente della compagna di classe Jessica, più grande, bella e circondata costantemente da ragazzi, decide di impegnarsi nella
missione impossibile di farla promuovere. Del resto lui crede nella filosofia del calcio brasiliano, della voglia di andare a cercarsi in attacco, rischiando, quella felicità indispensabile alla vita...
Attorno alla storia principale si svolgono le vite degli adulti, quasi in nessun caso figure positive ma anzi disilluse, disperate e accigliate dalla vita e da un paese, l'Italia, che nella sua crisi di valori e nell'assenza di prospettiva che dà ai suoi cittadini viene chiaramente - anche se indirettamente - incolpata.
Valore aggiunto del film, oltre alla qualità e autenticità dei testi (e a un cast tecnico di assoluto rilievo, che va da
Nicola Piovani a Gherardo Gossi a Esmeralda Calabria...), è il talento indiscutibile del protagonista, il giovane
Marco Todisco, attore e commentatore appassionato delle sue gesta in terza persona.
Lieto fine quasi per tutti, e sicuramente non troppo scontato, per un film di cui il cinema italiano - specie quello leggero - aveva decisamente bisogno, e che avrebbe meritato sicuramente un
battage maggiore e un'uscita più 'consistente'. In bocca al lupo.
14/01/2015, 13:05
Carlo Griseri