Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del film "L'Oriana"


Note di regia del film
La Fallaci ha impiegato una vita intera per vivere la sua vita, tu come fai a raccontarla in tre ore?” Questo mi ha domandato mio figlio di otto anni quando ha saputo che mi accingevo a realizzare un film su Oriana Fallaci. È una questione che ci si pone ogni volta che si racconta la biografia di un grande personaggio, ma mai come in questo caso la domanda era più che pertinente. Raccontare la vita di Oriana Fallaci è raccontare la storia del ventesimo secolo, percorsa e osservata da una giornalista e scrittrice che quel secolo ha vissuto da protagonista.
Il primo grande lavoro è stato quindi la selezione e la sintesi. Lavoro cominciato in sceneggiatura e proseguito con le riprese e il montaggio. Scegliere i momenti più significativi dell’ esistenza di una donna che già all’età di diciassette anni rischiava la vita sotto i nazisti, e a più di settanta ancora guerreggiava con la sua macchina da scrivere, polemizzando con il mondo intero.
Scegliere da una parte, dentro un secolo di storia, tra grandi personaggi e semplici soldati, e dall’altra, dentro la sua vita ricca di avventure, scontri, amori, rinunce e conquiste. Riuscire, attraverso questa scelta a riportare sullo schermo, non solo il suo ruolo storico di reporter di guerra, di grande giornalista e di scrittrice, ma quello di donna che si è fatta strada in un mondo di uomini, femminista ante litteram, ma capace di travolgere e farsi travolgere dai suoi grandi amori. Una donna dal carattere difficile, che amava provocare, che non aveva paura del conflitto e soprattutto che portava avanti le sue idee anche quando queste contrastavano con l’opinione del resto del mondo.
Una donna amata e odiata con egual passione.
Chi era in grado di interpretare un personaggio di tale complessità? Dopo molti provini, la scelta è caduta (ancora una volta per quanto mi riguarda) su Vittoria Puccini. Fiorentina come l’Oriana, Vittoria, con un grande lavoro da “attrice-interprete”, è riuscita a restituire quel carattere scontroso, burbero, sincero fino all’eccesso, ma anche la sua fragilità nell’amore, la generosità tenuta rigorosamente nascosta, il bisogno di una maternità mancata, la solitudine di una donna contro.
Un’impresa ambiziosa anche dal punto di vista produttivo, perché Oriana ha girato il mondo intero, passando da una guerra all’altra, da un continente all’altro. Con il produttore Domenico Procacci, ci siamo detti fin dall’inizio che lo sforzo più grande dovevamo concentrarlo nel restituire il carattere internazionale di questa storia e quindi nel cercare di raccontarla nelle location reali, con attori e figurazioni di quei paesi. E sono orgoglioso di poter dire che siamo stati la prima troupe occidentale a girare un film sulla guerra del Vietnam, proprio in quel paese.
Un elemento importante per la ricostruzione storica del film è stato l’utilizzo dei materiali di repertorio. Spesso usati in quanto tali, ma a volte utilizzati anche come se fossero le inquadrature mancanti delle scene da noi girate.
Questo ci ha spinto ad essere spregiudicati anche nell’utilizzo dei diversi strumenti di ripresa, dalla telecamera digitale, alle macchine fotografiche utilizzate come macchine da presa, fino addirittura all’utilizzo dell’Iphone per alcune inquadrature. Spregiudicati quindi anche nel montaggio, dove questi diversi supporti sono stati amalgamati in un unico flusso. E non solo, se si pensa che di molte scene alcuni campi sono stati girati in Grecia, piuttosto che in Tunisia ed i loro controcampi sono stati girati in Italia.
Un grande collage, un affresco dove anche il più piccolo dettaglio di scenografia e di costume diventa determinante a raccontare il mondo, la storia, gli uomini.
Un film è un’opera collettiva e viene bene quando tutti i suoi creatori lavorano con passione ed energia. Posso dire che tutti quelli che hanno fatto questo film hanno lavorato con la stessa energia e la stessa passione con cui l’Oriana scriveva i suoi articoli e i suoi libri. Speriamo che questo sia di buon auspicio!

Marco Turco