BIF&ST 6 – "La settima onda"
Le prime prove da regista si dividono solitamente in due categorie: film cui può essere perdonata qualche leggerezza produttiva, specie se legata a economie necessarie, quando l’impianto narrativo regge o lancia spunti di riflessione. E film in cui sono talmente tanti gli elementi claudicanti (tecnici, narrativi, artistici) che non ci si può appellare solo alla mancanza di soldi per giustificarsi.
In questa seconda categoria va considerato "
La settima onda," l’opera prima di
Massimo Bonetti presentata al Bif&st 2015. Ambientato in un piccolo centro della Puglia, il film descrive dapprima la difficile condizione di vita di un pescatore,
Francesco Montanari, schiacciato dai debiti e costretto insieme alla moglie,
Valeria Solarino, a vivere nella casetta della suocera. Successivamente la nascita di un’improbabile amicizia, quella tra il pescatore e un regista un tempo famoso,
Alessandro Haber.
Li accomuna l’amore per il cinema perché fin da piccolissimo il pescatore smetteva di piangere solo davanti al grande schermo, luogo dove lo portavano tutte le volte che frignava. Escamotage cui si farebbe già fatica a credere anche senza lo slancio con cui Bonetti, che è anche co autore della sceneggiatura, rincara la dose trasformando Montanari in un dizionario cinematografico. La sospensione dell’incredulità dello spettatore viene messa a dura prova quando il nostro squattrinato pescatore cita a memoria, con marcato accento siculo, le battute da "
Il settimo sigillo" di
Bergman e svela al regista i retroscena produttivi di "
Stromboli" di
Rossellini.
Sarebbero sufficienti un paio di scene a capire che quel che manca a "
La settima onda" è una nervatura da film per il grande schermo. Gran parte delle colpe stanno ovviamente nella stesura della sceneggiatura a tratti banale a tratti piena di situazioni immotivate, illogiche e sempre più incredibili col progredire della narrazione. Ma non possono essere dimenticate nemmeno le performance attoriali svogliate e monocorde, le luci sparate sul volto degli interpreti, il montaggio che pare seguire uno schema casuale. In breve, un film fatto con poca cura oppure lasciato nelle mani di qualcuno che non è stato in grado di dargli forma e direzione.
27/03/2015, 08:42
Valentina Neri