Note di produzione del film TV "Una Casa nel Cuore"
Quando ho letto il libro di Paola Musa "
Condominio Occidentale", sono rimasto subito colpito dalla straordinaria contemporaneità di questa storia così
umana ma, allo stesso tempo, così tragica e tristemente quotidiana.
Ho capito subito che sarebbe stato materiale perfetto per un film di denuncia col compito di lanciare un grido d’allarme verso il problema delle emergenze abitative.
Forse al cinema, una tematica così urgente avrebbe faticato a esprimersi, mentre trovo che la dimensione televisiva abbia messo ancora più in risalto la grande commozione che scaturisce da una situazione di difficoltà come quella raccontata in Una casa nel cuore. La sensibilità della vicenda è stata subito colta dalla Rai, che ha sposato il progetto senza indugi.
Inoltre, durante le riprese, l’intero gruppo di lavoro ha avuto modo di misurarsi con una realtà troppe volte coperta ai nostri occhi e che, negli ultimi tempi, non ha fatto distinzione di classe tra le vittime. Rispetto al romanzo, però, abbiamo apportato una differenza importante e, ce lo permetteranno, più poetica per il pubblico: il grande parcheggio decentrato in cui la protagonista e sua figlia trovano riparo è diventato nel film un barcone solidale sulle rive del Tevere, scelta che ci ha permesso di avvalerci anche dello splendido scenario naturale e artistico della Capitale.
Così facendo, gran parte degli attori e della troupe si è trovata coinvolta in difficili condizioni di ripresa, specie per le sequenze della piena del fiume, girate in pieno novembre, per le quali si è reso necessario anche l’ausilio di un’elaborata effettistica digitale in 3D sia sul set che in post-produzione.
Mario Rossini