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LA DOLCE ARTE DI ESISTERE - Com'è difficile affrontare la vita


Pietro Reggiani scrive e dirige una divertente commedia sui disagi della personalità. Due giovani così fragili da diventare invisibili quando sono tra la gente. Una produzione dal basso impatto ambientale, realizzata da Adagio Film, secondo le linee del British Standard. Nel cast Francesca Golia, Pierpaolo Spollon interpreti principali, e Anna Ferraioli Ravel, Anita Kravos, Rolando Ravello e Pietro Bontempo.


LA DOLCE ARTE DI ESISTERE - Com'è difficile affrontare la vita
Francesca Golia e Pierpaolo Spollon
Chi non ha conosciuto una persona invisibile? Quel compagno di classe che non parlava mai, che non giocava con gli altri che, piuttosto che aver a che fare con i compagni, preferiva scomparire. "La dolce Arte di esistere" è la storia di due persone così, capaci di essere assenti, anche visivamente, in ogni occasione di disagio.

Con grande ironia e molte occasioni di risata, Pietro Reggiani costruisce il suo secondo film da regista dopo, e a oltre 10 anni di distanza, da "L'estate di Mio Fratello". Senza troppo spingere sull'acceleratore, il regista struttura sin dall'inizio il film come un'inchiesta o un documentario sociale, con la voce narrante che introduce e commenta le vicende dei due personaggi principali, Roberta e Massimo.

Accomunati da un'infanzia apparentemente felice ma negativamente manipolata dagli interventi dei genitori, Roberta e Massimo sviluppano un particolare carattere remissivo; l'uno completamente a disagio in mezzo al prossimo, l'altra che si spegne lentamente se non ottiene la giusta attenzione dalle persone intorno. La soluzione al disagio è per entrambi scomparire. Quando si incontrano, nella scena più esilarante del film, i due reagiscono scomparendo alternativamente: se lei guarda lui, lui scompare, se lui scompare lei non si sente osservata e scompare a sua volta facendo riapparire lui, libero dallo sguardo di lei. E così via finché Roberta capisce che anche non riesce a vederlo lo sguardo di Massimo su di lei c'è, e questo basta a stabilizzare la situazione.

La storia è forse un po' troppo concentrate sulla coppia e non ci sarebbe stato male un coinvolgimento dei personaggi collaterali, magari sviluppando e incrociando il racconto di altre patologie psicologiche molto diffuse e possibili spunti per arricchire la divertente trama.

Nel cast, ottime interpretazioni di Francesca Golia (Roberta) e Pierpaolo Spollon (Massimo), ma da notare anche l'apparizione di Anita Kravos, madre di Roberta e la sua amica Cecilia Anna Ferraioli Ravel. La voce narrante di Carlo Valli ha lo stile giusto del documentario scientifico e didattico capace di accompagnare la storia e far scattare gag e battute.

03/04/2015, 09:12

Stefano Amadio