UNO ANZI DUE - La parabola di un uomo alle corde
Maurizio Battista porta al cinema da protagonista la sua vena comica romana trasferendo anche molto del suo teatro, fatto di monologhi e di personaggi del quotidiano costruiti per portare alla risata.
Uno Anzi Due è la storia di un uomo, marito e padre, che, superati i cinquanta vede il mondo rovinargli addosso. Le sue certezze di famiglia e di "quartiere" cominciano a sgretolarsi dopo la morte del padre,
Ninetto Davoli, e la susseguente scoperta che nulla era come sembrava.
Ad una situazione economicamente disperata, viene ad aggiungersi la necessità di organizzare il matrimonio del figlio che con la futura consorte, in attesa di un bambino, non vuole badare a spese. Ovviamente nessuno conosce i problemi finanziari della famiglia e crede che anzi, con la morte del padre, si sia aperta una nuova strada di ricchezza.
Forse la troppa romanità della struttura e dei personaggi imbriglia il film, diretto da
Francesco Pavolini, in una sorta di novella regionale che malgrado riesca a proporre situazioni divertenti e a produrre qualche risata sincera, dà la sensazione di non avere un respiro almeno nazionale.
Il non detto, il taciuto è ampiamente utilizzato e sfruttato per far camminare la storia, con una sorta di incomunicabilità e mancanza di dialogo, tra i membri della famiglia e non solo, che riporta il film al senso dei monologhi di Battista. Senza un interlocutore e senza dunque dover argomentare e discutere, le vicende (e i testi) prendono la piega voluta portando in un'unica direzione.
10/04/2015, 12:13
Stefano Amadio