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CANNES 68 - "La Tête Haute" di Bercot ha aperto il festival


Inaugura con realismo e un certo patetismo la competizione ufficiale.


CANNES 68 -
"La Tête Haute" di Emmanuelle Bercot è un lungometraggio inaugurale che esce dagli schemi dei film glamour ai quali Cannes ci ha abituati quali "Grace de Monaco", nel  2014, e "Da Vinci Cide", nel 2006. Emmanuelle Bercot, attrice e sceneggiatrice di "Polisse." e regista tra l’altro di "Elle s’en va" che ha come protagonista una stravagante donna attempata Catherine Deneuve, filma con verismo, determinazione e partecipazione dieci anni di vita di un giovane disadattato e violento, Malony (Rod Pardot, che impersonifica il ruolo del ribelle in modo esemplare).
In una Dunkerque grigia ed anonima, il ragazzo riesce a trovare il giusto cammino e mettersi alle spalle delinquenza ed emarginazione, grazie ad un giudice dei minori, una superlativa Catherine Deneuve, e un educatore impegnato Benoît Magimel , che per anni lo sostengono e lo spingono a valorizzare le sue attitudini e le sue buone qualità latenti.

Personaggio principale anche la madre del ribelle, squilibrata e isterica, in parte causa del comportamento antisociale del figlio, interpretata onestamente da Sara Forestier. Il film è un dovuto riconoscimento al complesso e non facile lavoro svolto da giudici ed educatori che si occupano di giovani. Pur di buona fattura cinematografica, scorrevole e interessante sul piano narrativo soffre di elefantiasi. Vi sono troppe vicende parallele che lo appesantiscono e troppe sigle che confondono lo spettatore francese e non.

14/05/2015, 09:15

Martine Cristofoli