Note di regia del cortometraggio "Discidium"
L’idea per questo cortometraggio è affiorata gradualmente. L’ultimo anno accademico del DAMS l’ho trascorso vedendo molti film in cineteca e leggendo svariati libri. Imboccando la corrente filosofica dei mistici orientali, ho scoperto alcuni testi che mi hanno ispirato a creare qualcosa che parlasse dei contenuti presenti in queste opere. Da qui la scelta di uno dei temi a me cari, l’ego. Nello stesso periodo, andando in giro per musei, approfondivo alcuni pittori affini alle tematiche che cercavo. Così mi venne in mente il quadro del pittore svizzero Johann Heinrich Füssli “L’incubo” che, rappresentato a mo’ di tableau vivant, avrebbe potuto introdurre, come scena iniziale, il tema principale del corto. In questa scena, infatti, l’oscuro personaggio, il cui peso grava sulla giovane, rappresenta l'ego della ragazza, dal quale ella è oppressa. A dimostrazione del fatto che il personaggio oscuro è il simbolo delle sue debolezze, egli si sostituisce, in alcune scene, alla protagonista stessa durante la sua preparazione quasi maniacale, ma senza che lei si mostri consapevole della presenza di questo strano personaggio. Ho iniziato, quindi, da questo primo punto a sviluppare un soggetto modellandolo sulla ristretta base economica che possedevo all’epoca, avvalendomi dell’aiuto della scrittrice ed attrice Arianna Vesprini. Grazie ad alcuni suoi preziosi consigli, nel giro di un mese la sceneggiatura era pronta. Chiesi collaborazione ai miei colleghi d’università nonché membri del collettivo cinematografico. Gli presentai la sceneggiatura completa di tutti i dettagli e loro accettarono subito. La difficoltà principale però, oltre quella di essere la mia prima esperienza di regia, è stata il reperimento della strumentazione necessaria. Sono riuscito a rimediare una reflex Canon 60d semiprofessionale e un’ottica fissa Samyang 35 mm; il resto, dalla steadycam allo slide, al cavalletto sono tutti strumenti costruiti in legno da me e i miei colleghi. Le riprese sono durate per tutto il mese di luglio 2014, dato che è piovuto costantemente per due settimane.
La forza principale del film è data dall’immenso lavoro che gli attori ed il resto della troupe ha svolto per rendere questa prima opera un prodotto convincente; senza di loro non sarei riuscito a renderlo tale. La tematica che ho voluto toccare è di difficile rappresentazione e comprensione, nella scena finale, infatti, viene svelato il messaggio principale del corto, tratto dal testo filosofico “Vijnanabhairava tantra”: l'essere umano ignaro della vera natura della realtà, finisce per identificarsi col proprio ego e dissolversi in esso.
Edoardo Smerilli