NOI SIAMO FRANCESCO - La felicità passa per l'amicizia
Il problema di
Noi siamo Francesco è il titolo. Fuorviante, in un momento in cui il Papa si chiama Francesco l’idea che passa è di una storia di parrocchia, di papa-boys, magari ambientata nell’Umbria del poverello di Assisi. Invece si tratta di una bella storia, semplice ma coinvolgente, che racconta di amicizia, di legami familiari, di solitudine e di come la solidarità possa risolvere molti problemi.
Francesco è un ragazzo di vent’anni e non ha le braccia; nonostante questo la sua vita si avvicina molto alla normalità grazie alle attenzioni della madre, della tata e all’amicizia di Stefano compagno di studi da sempre. Nella vita di Francesco manca solo una cosa, anzi un paio: l’amore e il sesso. Insieme, separati, uno alla volta, andrebbe bene qualsiasi esperienza ma l’evidente ostacolo fisico lo frena dall’approfondire quanto vorrebbe i rapporti con le ragazze.
"
Noi Siamo Francesco" è ben recitato e
Guedalina Zampagni, al suo secondo film, dirige gli interpreti con decisione, lasciando poco spazio all’inutile e al superfluo.
Paolo Sassanelli non è una sorpresa e la sua misura contagia positivamente
Elena Sofia Ricci, abituata ad altri schermi meno sofisticati dove per arrivare allo spettatore è sempre bene esagerare. Qui la Ricci, nei panni della madre di Francesco, è moderata e mai patetica nella sofferente posizione di madre di un ragazzo diversamente abile. Anche i giovani del cast,
Mauro Racanati (Francesco),
Gabriele Granito (Stefano),
Diletta Acquaviva (Maddy) e
Gelsomina Pascucci (Sofia) si presentano come promesse insieme alla più matura, ma nel personaggio,
Cristiana Vaccaro.
Mariolina De Fano e Luigi Diberti sono gli anziani del cast e riescono con grande bravura a centrare i propri personaggi.
Una domanda segue lo spettatore per tutto il film: l'interprete di Francesco è realmente senza braccia o è un effetto speciale? Se lo è è decisamente ber fatto.
24/06/2015, 08:00
Stefano Amadio