VENEZIA 72 - "Arianna" in Giornate degli Autori
Incappa nei limiti del nostro cinema d'autore il film di
Carlo Lavagna: una storia esile che cammina su una sola rotaia e che si fonda sul non detto. Non ti dico qualcosa e questo tenerti all'oscuro alimenta tutta la vicenda fino all'epilogo che arriva variabilmente a cinque o dieci minuti dalla fine.
"
Arianna" racconta la storia molto personale di una ragazza di vent'anni che lamenta problemi sessuali e ginecologici. I genitori cercano in qualche modo di tranquillizzarla riuscendo a convincerla, almeno fino a un certo punto, che con il tempo la soluzione arriverà da sola. Ma il disagio della ragazza è grande e la decisione di consultare specialisti diversi la porta alla scoperta definitiva, drammatica ma meno traumatica del previsto.
La solita villa in campagna, la solita festa, la solita estate che trascorre e che cambia le persone e le cose e che malgrado il film sia anche piacevole, riporta a un cinema nostrano dove gli ingredienti sono sempre gli stessi e la difficoltà, o forse la paura, di sviluppare una storia vera intorno ai personaggi e ai loro drammi, mette nello stesso recinto gran parte dei film. Quel recinto in cui una borghesia spenta più che illuminata cerca di raccontare se stessa senza le giuste capacità narrative.
Ondina Quadri è Arianna e mostra la giusta imprecisata dimensione in cui si muove una ragazza della sua età;
Massimo Popolizio, il padre, è sempre interprete puntuale nel cogliere le sfumature dei suoi personaggi.
03/09/2015, 12:03
Stefano Amadio