VENEZIA 72 - Premio Bianchi a Ermanno Olmi
“Cosa resta da fare ai poeti? La poesia onesta, cercando di essere poeti sempre…” Il grazie di
Ermanno Olmi alla stampa cinematografica che gli ha dedicato l’omaggio del
Premio Pietro Bianchi arriva direttamente da Asiago con un messaggio di serenità, un invito alla riflessione sul mondo in guerra, un augurio di pace e di buon lavoro anche alla Mostra che con la stampa da sempre condivide l’iniziativa intitolata ad un grande maestro della critica e del giornalismo di ieri come Bianchi. “Fare comunque i poeti, non rinunciare all’arte” dice Olmi. “E farlo sapendo che il cinema ci dà quest’opportunità” dice il regista anche nelle immagini del backstage inedito di Torneranno i prati, perfetto come un autoritratto al lavoro con gli attori e molto applaudito in sala al Palazzo del Cinema. Ad introdurlo, con
Laura Delli Colli e il Direttivo del Sindacato, il Direttore della Mostra,
Alberto Barbera felice di vedere nelle immagini da Asiago un Olmi ristabilito, solare, sorridente e in gran forma.
“È lui stesso un grandissimo poeta” - ha detto Barbera sottolineando quanto sia significativo che la consegna del riconoscimento cada quest’anno in un momento particolare, dopo l’uscita di un film straordinario come Torneranno i Prati - “che solo un grande maestro come lui poteva realizzare”
In effetti a motivare la scelta di questo ‘Bianchi’ che Olmi attende dall’anno in cui la Biennale decise poi per lui il Leone alla carriera è proprio il film sulla guerra 1915-’18 che Olmi, come dimostrano le immagini del backstage oggi presentate alla Mostra, ha girato con una grande energia nonostante la condizione difficile a cominciare dal clima.
Come spiega il Sindacato “Il Premio è il riconoscimento ad una carriera dedicata con rigore, coerenza, semplicità e grande passione”. Olmi è del resto il regista che più ha saputo raccontare i valori autentici ed essenziali di una poetica che è lezione di vita oltreché di grande cinema anche per gli spettatori delle nuove generazioni. «Lo amiamo quest’anno per il suo sguardo sulla pace, cent’anni dopo una guerra che ancora brucia» dice
Laura Delli Colli a nome del Direttivo, Olmi continua ad essere, del resto, il poeta del cinema che più arriva al cuore dei suoi spettatori, oltreché alla gioia degli occhi di chi gode della sua semplicità unica»
10/09/2015, 20:35
La Redazione