Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

"Taxi Teheran", il film Orso d'Oro alla Berlinale 2015


Il regista iraniano Jafar Panahi con Taxi Teheran, Orso d’oro alla berlinale 2015,”… ha scritto una lettera d’amore al cinema. Il suo film è colmo d’amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e il suo pubblico...", ha tra l’altro dichiarato il cineasta Darren Aronofsky, Presidente della giuria del Festival di Berlino 2015.

Premiato a Cannes, Berlino, Venezia. Pardo d’oro a Locarno nel ’97 con Il cerchio, Panahi è un dissidente, condannato a non poter girare film, scrivere sceneggiature, dare interviste per vent’anni e a non poter lasciare il suo paese. Il suo film, semplice, originale, ma strutturato e profondo, sul piano delle immagini, pieno di umorismo e spirito satirico nel contenuto non è stato premiato per ragioni politiche, come si potrebbe pensare, in quanto pungente denuncia di un regime didattoriale che vorrebbe imbrigliare anche l’arte e la libertà d’espressione, ma perché è un piccolo gioiello di cinematografia in stile reportage neorealista.

Il regista, al volante del taxi, nei suoi giri per Teheran è un autista sprovveduto, infatti alcune volte non conosce le strade ne come arrivarci, però con la sua minuscola videocamera, è un geniale catturatore di immagini e creatore di situazioni cinematografiche che sono la vita giornaliera di tanta gente. Incontra persone diverse, mettendo in scena con naturelezza un umanissimo spaccato di commedia umana. I suoi personaggi, non attori professionisti, sono veri, genuini e come Panahi costretti a sopportare con filosofia, le restrizioni e le angherie del regime.

Nei percorsi del taxi da un luogo all’altro di una Teheran luminosa, non super affollata e frenetica, i passeggeri sono sorpresi nel riconoscere, sotto la coppola di un tassista dal volto sorridente e bonario l’autore di lungometraggi memorabili che hanno fatto la storia del cinema come Il palloncino bianco, Oro rosso, Offside... Si rilassano, conversano e familiarizzano con lui. E allora ne scaturiscono situazioni reali condite da dialoghi saporosi, divertenti sulla vita di tutti i giorni e pungenti quando si tira in ballo il governo e le sue istituzioni. Il carosello dei passeggeri che salgono e scendono inizia con un uomo che si scopre essere un abile borseggiatore e un’insegnante. I due discutono animatamente sulla pena di morte. I loro pareri si rivelano opposti e inconciliabili. Segue un estroverso venditore clandestino di DVD. Ama il cinema e la sua specialità sono i film occidentali proibiti dalle autorità. Conosce Panahi perché gli ha già procurato vari film, tra cui quelli di Woody Allen. Per questo motivo con molta disinvoltura lo tratta da collega!

Non tutti gli incontri sono da commedia. Vi è un ferito per un incidente che vuole fare testamento usando uno smartphone perché teme che in caso di morte la moglie non potrà ereditare la casa; un’avvocatessa impegnata nella difesa dei diritti civili che non sa se può ancora esercitare; due ciarliere anziane con dei pesci rossi, un amico che ha bisogno di consigli e la nipotina, che va a prendere a scuola, saputella e secchiona alla quale è stato assegnato il compito di girare un cortometraggio che rispetti le assurde regole della censura.

Taxi Teheran è un lungometraggio da vedere. Però, nonostante il suo valore e i numerosi premi ottenuti è ancora censurato in Iran.

29/09/2015, 10:15

Augusto Orsi