ELENA RADONICICH - Attrice e madre. Che fatica!
Eri a Venezia per il tuo film più recente, Banat, il Viaggio. Era un momento particolare per te, che cosa era appena successo?
"Era nata da poco più di due settimane la mia bambina, Anna. Ero incinta di lei durante le riprese di "
Banat". Per me questo film ha ovviamente assunto un valore diverso che ha reso la lavorazione, già di per sé molto partecipata, speciale. E di questo sono profondamente grata a
Adriano Valerio, che è stato capace di proteggere la sua scelta e di permettermi di vivere questo momento all'interno del film rendendo la mia gravidanza organica alla narrazione. Una scelta coraggiosa credo, che ha reso tutta la nostra esperienza preziosa e indimenticabile".
Riesci a sincronizzare la carriera di attrice e la vita da mamma?
"Sto cominciando a prendere le misure diciamo. Certamente scopro di avere riserve di energie insperate, proprio in questi giorni ne sto facendo esperienza. E ne sono entusiasta. Mi appare chiaro che serve molta organizzazione, collaborazione e lucidità. Amo questo lavoro, ed oltre a ciò è la mia fonte di sostentamento. Mia figlia è la mia famiglia. Sincronizzare mi pare effettivamente il termine più appropriato".
Ora sei in giro ad accompagnare il film, come risponde il pubblico dei Festival?
"Ho appena iniziato ed ho per ora una percezione ancora troppo blanda della risposta del pubblico È essenziale per me capire che cosa arrivi del nostro lavoro e sono ghiotta di qualsivoglia considerazione. Per ora mi sembra di aver sentito empatia e fascinazione rispetto al nostro film. Credo abbia un ritmo tutto suo, sordo eppure presente. Una sorta di rintocco. Chi si sintonizza lo apprezza molto".
Com'è stato girare nei luoghi dov'è ambientato Banat?
"La mia condizione di donna incinta è stata nel bene e nel male il filtro percettivo attraverso cui ho vissuto l'intera esperienza. Il mio rapporto con Adriano, con
Edoardo Gabbriellini e con i luoghi ne sono stati inevitabilmente influenzati.
Ho sofferto un po' di freddo, un po' per il cibo che non mi faceva impazzire, ma ecco, quei luoghi (abbiamo girato in Romania e Macedonia, e poi a Bari ma è un'altra storia) erano anch'essi interlocutori nelle nostre scene. Partecipavano. Ed erano perfetti: un po' melanconici certo, ma anche carichi di tanti significati".
Come sei arrivata al film, come hai conosciuto Adriano Valerio?
Vidi un suo corto ad un festival molto bello in cui facevo la giurata, (Corto Dorico, Ancona) 2 anni fa. Il suo corto "
37°4s" spiccò fra gli altri e mi colpì molto. In quell'occasione Adriano non c'era e gli scrissi poco dopo per complimentarmi sinceramente con lui per la potenza del suo piccolo gioiello. Lui fu molto gentile, come ho imparato essere una qualità del suo animo, e restammo in contatto. Mi parlò di questo progetto l'autunno scorso. Ci incontrammo così, al volo, a Termini e parlammo fitto fitto. Senz'altro ci siamo "riconosciuti".È' stato bello e naturale. Come prendere parte ad un'avventura".
Ora sei al festival di Roma con Alaska. Hai un ruolo che ti è arrivato all'improvviso.
"Già. È stata una sorpresa. Avevo fatto i provini con Claudio Cupellini per il ruolo di Francesca più di un anno prima e non ci pensavo più. Improvvisamente mi hanno chiamata e molto presto mi sono trovata sul set con
Elio Germano e Valerio Binasco. Stupendo. Un grande regalo. Un set dove in poco tempo ho imparato molto".
Cosa stai girando in questo periodo?
"Sto partecipando alla realizzazione di un film in due puntate per Rai Uno . Si intitola "Luisa Spagnoli" per la regia di
Lodovico Gasparini. Interpreto Ada, la più cara amica di Luisa Spagnoli, interpretata da
Luisa Ranieri. Una donna interessante, di cui non conoscevo la storia, che si è distinta prima del tempo come imprenditrice e che ha fondato la Perugina".
22/10/2015, 09:00
Stefano Amadio