FESTA CINEMA ROMA - "Sergio Corbucci - L'uomo che ride"
C'è una foto prima dei titoli di coda che lo ritrae all'interno di una piscina, con il volto dentro ad una ciambella, quasi a voler imitare il celebre leone della Metro Goldwyn Mayer ma in una versione "all'amatriciana".
Perchè in fondo Sergio Corbucci è stato proprio quello, un leone capace di ruggire all'interno del panorama cinematografico italiano con sessantadue film diretti in meno di quarant'anni.
A rendere il giusto omaggio alla memoria del regista romano venuto a mancare venticinque anni fa, sono
Gioia Magrini e
Roberto Meddi con il film "
Sergio Corbucci - L'uomo che ride".
Il biopic realizzato dai due autori procede attraverso elementi più tradizionali, come le interviste ad amici e parenti e foto di repertorio, ed altri meno convenzionali, come il racconto della vita in prima persona, interpretato da Massimo Ghini.
Affascinato dalla cultura americana sin da bambino, nel 1965 Corbucci fu il primo a portare in Italia il western con "Minnesota Clay", diventando il pioniere di un genere che seppe continuamente rinnovare con pellicole come "Django", interpretato dal suo attore feticcio Franco Nero, e "Il grande silenzio", in cui ribalta gli schemi ambientando la storia sulla neve e facendo morire il protagonista.
Due i grandi amori di Corbucci, la moglie Nori con cui condivise ogni giorno della propria vita, e la macchina da presa, al servizio delle sue continue idee da grande artigiano del cinema.
Elemento che torna continuamente in tutti gli scatti, e che regala il titolo a questo bel documentario, è quel sorriso sornione di chi, evidentemente, ha saputo godersi ogni istante del proprio lavoro riuscendo a trasferire la propria carica nei suoi film divenuti, per intere generazioni, dei veri e propri cult.
18/10/2015, 14:23
Antonio Capellupo