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FESTA CINEMA ROMA - "Dobbiamo Parlare"


Sergio Rubini mette in scena l'esaltazione della contraddizione per alimentare un dramma in veste di commedia. Nei cinema dal 19 novembre prossimo.


FESTA CINEMA ROMA -
Bentivoglio, Calzone, Rubini e Ragonese
È un film di dialoghi, questo di Sergio Rubini. Già dal titolo si percepisce una pièce teatrale costruita sulle parole, sugli scambi di opinioni che immancabilmente, per portare avanti la storia, sono un susseguirsi di contraddizioni, tanto che ci si chiede il perché i quattro interpreti siano amici, visto che non sono mai d'accordo su nulla, e sono diversissimi per cultura, opinioni e carattere. Ed è proprio questa la prima fragilità del film.
Mai una parola di sostegno, di condivisione, un complimento a sostenere l'ostentata amicizia che inevitabilmente va in frantumi nel corso del film.

Anche l'alternarsi di chiacchiere e frasi importanti a momenti di caos e movimento è a dir poco teatrale, con la cattura del gatto, l'allagamento del salotto e il blackout improvviso gestiti per rianimare le lunghe sedute su divani e poltrone. Ma a chilometri di distanza da "Carnage" di Roman Polanski, ma anche da "Il Nome del figlio" versione italiana di Francesca Archibugi. Il senso è quello, vomitiamoci tutto addosso, ma con una fattura decisamente meno incisiva.

I personaggi sono quattro e vivono in una Roma ricca; due coppie, una di intellettuali formata da Sergio Rubini e Isabella Ragonese e una pariolina alto borghese composta da Maria Pia Calzone e Fabrizio Bentivoglio. Un pugliese, una siciliana, una campana (italianissimi) e... un lombardo che fa il romano con un accento che non può che far tornare alla mente il Celentano di "Er Più" capace di far accapponare la pelle ad ogni doppia sbagliata. Un romanesco ostentato, in bocca a un famoso chirurgo, utile soltanto per far emergere il carattere di destra, forte delle sue ragioni, attento al soldo e poco interessato ad ogni forma culturale. Come lui, gli altri interpreti sono funzionali solo al dialogo e a mettere in scena opinioni e analisi sociale molto spesso trita e ritrita.

"Dobbiamo parlare", in selezione ufficiale a Roma, non è scritto male, da Rubini, Diego De Silva e Carla Cavalluzzi ma è prevedibile e già visto nei contenuti e nella costruzione.

21/10/2015, 11:59

Stefano Amadio