Note di regia de "La Linea Sottile"
Preparando il documentario e tentando di comprendere le cause ed effetti della violenza con la mia protagonista Bakira, credevo che i nostri giri per gli orrori della Bosnia post-bellica fossero un vero viaggio nel Cuore di Tenebra. Però è stato il viaggio di ritorno, quello verso la luce, il più duro: come continuare a vivere con gli orrori conficcati nella memoria? Il coraggio, l’ostinazione, la testardaggine e le contraddizioni di Bakira per me sono stati una lezione di vita.
Nina Minica
Due cose mi hanno colpito di più nel viaggio impervio di questo film. Una ne è alla base, e cioè quanto sentissimo forte, Augusta, Nina ed io, l'urgenza di parlare della violenza - sopraffazione del più forte, guerra, violenza sessuale contro le donne - che ci ha portato a cercare di acchiappare i significati profondi che la sottendono al di là dei fatti, l'urgenza di mettere in moto una ricerca che fosse capace di connettere sistemi di (dis)valori in contesti diversi.
L'altra è la dinamicità della vita interiore dei nostri protagonisti, Michele e Bakira, che si è svolta sotto i nostri occhi tra il primo incontro di ricerca e l'ultimo di realizzazione del film. Di come la violenza sia ancora, seppure in prospettive opposte, così potente e agente nelle loro vite, come un moto perpetuo, anche di mutamento. Li abbiamo costretti ad un ulteriore viaggio dentro se stessi, al processo attraverso il quale l’esperienza della violenza diventa dicibile. Dentro questo processo, cercando le parole cinematografiche per dirlo, mi si è rivelato in che misura quello che stavamo indagando mi fosse prossimo e tanti echi gli hanno risposto dalla cultura della mia società "in pace".
Paola Sangiovanni