Note di produzione de "La linea sottile"
Quando nel 2013 DocLab ha incontrato La linea sottile, già in avanzato sviluppo, ha conosciuto un piccolo gruppo di donne dalle idee chiare e molto determinato, che aveva tra le mani una storia intima e scottante: un film documentario – ancora tutto sulla carta – che voleva raccontare lo stupro come arma di guerra. Il progetto aveva nelle intenzioni quasi tutto: un approccio rigoroso, un’idea narrativa che restituiva la complessità del tema trattato e del senso profondo che si voleva intercettare. Soprattutto, già comunicava una ragione urgente, alla quale non siamo stati indifferenti. Mancava però – ed è stato questo il nostro ruolo come coproduttori e produttori esecutivi – una struttura capace di riportare questa complessità, senza snaturarla, sul piano produttivo e di proteggerla nel lungo e intricato percorso, a cavallo tra due paesi, alla ricerca di finanziamenti, partner, collaborazioni. La linea sottile si inserisce a pieno titolo nel filone di quel documentarismo che è capace di raccogliere uno dei bisogni più profondi ed inappagati di oggi: il racconto della realtà nella quale viviamo, fuori dalle facili interpretazioni e dai luoghi comuni. Un documentarismo dai modi di produzione artigianali, che si fa con passione e dedizione, lavorando ogni singolo pezzo. E che però, alla fine, produce opere uniche e originali. Qualcosa di cui il mondo del cinema e dell’audiovisivo di oggi ha profondamente bisogno.
Roberta Ballarini, Luca Ricciardi, Marco Visalberghi – DocLab