CINEMA DU REEL 38 - "Là dove scorre il Mincio",
un’elegia della vita campestre
Opera su commissione, nata nell’ambito della mostra “
Virgilio. Volti ed immagini del poeta” tenutasi nel 2012 al Palazzo Te di Mantova, “
Là dove scorre il Mincio” di Franco Piavoli si ispira ad alcuni passi delle Bucoliche e delle Georgiche virgiliane.
Il film inizia con una trasposizione didascalica della prima ecloga delle Bucoliche, dove si narra la vicenda di due pastori, Titiro e Melibeo, a cui vogliono espropriare le terre per darle ai veterani che avevano combattuto e vinto contro i cesaricidi nella battaglia di Filippi: il primo riesce a mantenerle grazie alle proprie amicizie influenti; mentre l’altro è costretto ad allontanarsi perché le terre gli vengono confiscate. La campagna rigogliosa, che accoglie l’arrivo della primavera, viene così pervasa da un senso di malinconia, che al fianco dell’esaltazione delle bellezze della natura, apre una riflessione sulle discordie degli uomini. Per dare voce a questa dialettica l’autore ha scelto di mostrare una campagna lussureggiante, ricca di folti alberi e piante verdeggianti, da cui è stata esclusa però la fioritura. Come egli stesso ha dichiarato, infatti, ha inquadrato “
sì le nuove foglie, verdi, fresche, ma senza alcun fiore sui rami, a dire che comunque il poeta ci narra anche il dolore di quegli agricoltori espropriati della loro terra”.
Grazie alla raffinatezza dello sguardo e al montaggio dei suoni accompagnati dalle citazioni del Poeta, il film diventa una vera e propria elegia della vita campestre, cantata ed evocata con toni nostalgici. Le soluzioni visive, tuttavia, forse un po’ frettolose a causa dell’esigenze della committenza, sembrano mancare in parte di quella lunga ed appassionata indagine ed esplorazione della natura, tanto tipica al modus operandi di Piavoli, quanto necessaria per rendere così unica ed innovativa la sua poetica.
25/03/2016, 14:03
Marco Cipollini