CARBONIA FILM FESTIVAL 2016 - Intervista
al direttore Francesco Giai Via
Tra
le tante novità del prossimo Carbonia Film Festival di ottobre 2016, oltre al cambio di nome (dal precedente Mediterraneo Film Festival) quella più evidente è il nuovo direttore,
Francesco Giai Via. Lo abbiamo intervistato.
Quando è iniziato il tuo rapporto con il festival di Carbonia?
È cominciato tutto qualche anno fa, quando avevo curato un workshop di regia documentaristica con Gianluca e Massimiliano De Serio per l'allora provincia di Carbonia-Iglesias. In quel gruppo di lavoro c'erano anche le giovani colonne degli uffici di Carbonia della
Società Umanitaria, che tra le sue molte attività organizza l'ex Mediterraneo Film Festival.
Ci siamo tenuti in contatto, abbiamo negli anni condiviso film con una rassegna di cui mi occupo a Torino, "Crocevia di Sguardi", e lo scorso anno a dicembre mi hanno chiesto di curare una 3 giorni di inaugurazione dello spazio
La Fabbrica del Cinema a Carbonia, un progetto di riqualificazione di uno spazio industriale vicino alla grande miniera.
È andata molto bene, erano ospiti Davide Ferrario, Alina Marazzi e Marco Bertozzi, e in quell'occasione mi hanno proposto di ripensare insieme il loro festival.
Da dove siete partiti nel farlo?
L'evento aveva già una sua identità, ma doveva ripensarsi per essere più festival.
Sono nate riflessioni su come strutturare il programma e sui concorsi (abbiamo investito molto in sede di ricerca e di premi, mettendone ben due da 5.000 euro l'uno).
Ho poi spinto molto sul fatto che se i temi erano quelli (migrazioni e lavoro) andava secondo me valorizzato di più il nome della città (il termine "Mediterraneo" poteva creare fraintendimenti con altri eventi): non ho dovuto faticare molto, siamo stati tutti d'accordo.
Ci saranno anche novità nella struttura dell'evento?
Sì: il festival è sempre stato e rimarrà a cadenza biennale. La Società Umanitaria ha tre sedi in Sardegna (Carbonia, Cagliari e Sassari) e organizza attività tutto l'anno: rassegne, manifestazioni, formazione nelle scuole, mostre... Oltre alla gestione della Cineteca Sarda di Cagliari. L'anno in cui non c'è il festival a Carbonia poi c'è Babel a Cagliari.
Ma cambia la prospettiva del festival: nell'evento biennale viene mostrata l'eccellenza del percorso culturale fatta durante l'anno, ma anche il quelli senza festival organizzeremo un appuntamento che sia targato CFF, tipo quello di dicembre scorso.
Credo fermamente che per avere delle chance un festival medio debba essere un progetto attivo durante tutto l'anno, quelli che riescono a sopravvivere sono dinamici, sono progetti che fanno formazione, organizzano serate e anche eventi commissionati anche da altri.
Ci sono poi i due concorsi.
Esatto, le due sezioni competitive vedranno partecipare documentari e fiction sul tema di lavoro e migrazioni. Saranno divisi in lungometraggi e cortometraggi.
Qualche anticipazione sull'edizione di ottobre 2016?
Stiamo lavorando su un progetto giuria giovani dai Dams di tutta Italia sui cortometraggi. Lo stiamo facendo insieme al CNC - Centro Nazionale del Cortometraggio e alla consulta dei docenti Dams, vogliamo far uscire un bando in queste settimane con cui selezionare i ragazzi: saranno ospiti del festival, parteciperanno a incontri speciali con alcuni ospiti e giudicheranno i corti.
Un progetto che si lega bene anche all'attività quotidiana della Fabbrica del Cinema
28/04/2016, 11:39
Carlo Griseri