LA BUONA USCITA - Senza pietà nella Napoli dei quartieri alti
Di lodevole, il film di
Enrico Iannaccone, ha l'assenza completa del
Vesuvio. Un'assenza quasi totale di stereotipi che ci fa riflettere sulla necessità di dichiarare con decisione Napoli come ambiente di una storia che poteva tranquillamente avvenire a Trieste o a Genova. L'autore è di Napoli, la conosce e dunque utilizza tante piccole tessere della città per montare un mosaico distaccato se non addirittura rassegnato di una upper-class che fa dell'apatia il proprio sentimento di vita.
Personaggi di un'alta borghesia ricca e svogliata, amante del cibo, del sesso e priva di ogni interesse o cura verso il prossimo. L'ego si gonfia parallelamente ai conti in banca e amanti, amici e conoscenti sono solo un contorno per l'ennesimo pranzo di qualità.
Ma è proprio lo stesso interesse che manca ai personaggi a non crescere negli spettatori che patiscono l'apatia e finiscono per chiedersi "a che pro?". In fondo girare intorno a vizi e vezzi, a mostrare la faccia partenopea de "
La Grande Bellezza", inquadrare bicchieri pieni d'acqua in mezzo alla strada, ritrarre personaggi fissi e pensierosi, dialoghi fitti quanto macchinosi, memorizzati quanto improbabili, finisce per essere solo un'ostentazione di talento. La regia è studiatissima e nulla sembra lasciato al caso ma a pagarne il conto sono naturalezza e spontaneità, sacrificate in nome di un'estetica che ricorda il solito Sorrentino.
Ma, come detto per "
Le Confessioni", di
Paolo Sorrentino ce n'è uno solo. L'auspicio è che dalle opere prime e dai nuovi autori esca qualcosa di originale e interessante nella storia, nei personaggi e nella regia. Il film di
Enrico Iannaccone potrebbe stupire ma non lo fa, finendo per essere pieno di buone intenzioni, qualche idea, molte parole e poca azione.
02/05/2016, 17:35
Stefano Amadio