Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Carmine Amoroso: "Il Porno nell'Italia degli anni '70"


Intervista al regista di "Porno & Libertà", presentato in anteprima italiana a Biografilm 2016


Carmine Amoroso:
Carmine Amoroso
Anteprima italiana a Biografilm 2016 per "Porno e Libertà" di Carmine Amoroso, dopo il debutto al festival di Rotterdam e un ricco tour internazionale di proiezioni, in attesa dell'uscita in sala il prossimo 24 giugno.
"Porno e Libertà" è il primo documentario che racconta la rivoluzione sessuale e la liberazione del porno avvenuta in Italia tra gli anni sessanta e ottanta. Abbiamo intervistato il regista.

Come nasce l'interesse per questo tema?

È nato quasi casualmente: anni fa, a una proiezione di "Cover Boy" venne Riccardo Schicchi, e ci incontrammo. Sono sempre stato incuriosito dal mondo del porno, per me era come incontrare Topolino!
Ci siamo visti più volte, anche nei suoi mitici uffici sulla Cassia, era il 2010-2011. Inizialmente pensavo di fare un documentario su di lui, andando avanti mi sono reso conto che su questo tema (anche grazie ai personaggi che lui aveva creato) c'era molto da dire. Mentre negli USA tanto era stato detto, in Italia ancora non era successo.
Poi lui è peggiorato, il diabete se lo è portato via: il documentario è diventato un viaggio nel porno italiano e sul rapporto negli anni '70 tra pornografia e controcultura.

Sono molti i personaggi di cui si parla, ma Schicchi è centrale: fu davvero così fondamentale?

Sì, la sua figura è stata davvero molto dirompente, ha forgiato intere generazioni, non ha inventato il porno ma sicuramente lo ha sdoganato in Italia. Lasse Braun, altro italiano storico del settore, prima di lui lo aveva sdoganato nel mondo, lui lo fece in Italia.
Schicchi aveva un suo immaginario che veniva dal suo amore per la fotografia, aveva uno sguardo particolare: non dimentichiamoci, come dico anche nel documentario, che pure importanti personaggi dell'arte come Jeff Koons lo hanno ripreso, e ci hanno fatto anche i soldi!

È il primo documentario che racconta la rivoluzione sessuale in Italia: perché?

Siamo ancora paese molto moralista, molto influenzato dal cattolicesimo. Toccare questo tema probabilmente faceva pensare di rimanerne 'intaccati', non so chi altri avrebbe potuto farlo in Italia, per lo meno da questa angolazione...

È quindi ancora tabù in Italia questo tema?

Sì, non per nulla non abbiamo avuto nessun aiuto, nessun finanziamento, nessun sostegno produttivo. Lo abbiamo realizzato in modo assolutamente indipendente (ma davvero!!!), con enormi difficoltà. Ho iniziato le prime riprese nel 2011, le ho finite quattro anni dopo.
Sono partito dall'estero, come già avvenne per "Cover boy": prima Rotterdam, poi Bologna e molti altri festival, e prossimamente Mosca e Montreal.
La prima acquisizione è avvenuta in Francia, e solo il 24 giugno arriveremo in sala in Italia.

Ci sono cose inattese che hai scoperto durante la lavorazione?

Sicuramente la personalità di Schicchi, in tutto ciò che ha fatto, aveva un'idea quasi politica del porno, ci ha riflettuto molto, non solo lo ha fatto.
Lo ha sdoganato sui mass media, in tv le pornostar sono andate grazie a lui per la prima volta! Cicciolina, Moana... neanche negli USA era mai successo prima!
Lo ha reso popolare, aveva un'idea molto libertaria, non vi vedeva nulla di osceno. Anche Lasse Braun aveva questa idea politica della pornografia, ripresa anche dalla controcultura (penso a riviste come Frigidaire o Re nudo).
A me interessava molto quel periodo, gli anni '70, il decennio della mia adolescenza. Mi interessava il linguaggio politico-libertario, che ha contribuito a liberare l'Italia, prima era un paese molto più bigotto.

Nel documentario spiccano anche le contaminazioni tra pornografia e grandi autori.

Gli anni '70 sono stati un periodo decisivo, c'era un clima comune, una "sottile linea rossa" che univa tutti i fronti. Da un lato c'erano Schicchi e Ilona Staller, con il loro tentativo di liberare il corpo, ma c'erano anche i grandi autori che usavano la provocazione (penso a Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini, Marco Ferreri).
Come dice Marco Giusti nel documentario, le prime erezioni si sono viste al cinema in Italia con Pasolini, e furono uno shock!
Usavano elementi porno all'interno dei loro film, con i primi disvelamenti degli organi sessuali: è stato un periodo determinante per il nostro paese.

11/06/2016, 09:30

Carlo Griseri