L'ATTESA (PRITJA) - Costruzione e distruzione di una religione
Con "
Anija-La nave", David di Donatello nel 2013, il regista
Roland Sejko aveva iniziato a raccontare l'Albania negli anni ’90, adesso con "
L’attesa" mostra in maniera archivistica l’ateicità del suo Paese attraverso la sua storia. Il pretesto è proprio la decisione di Papa Francesco di svolgere il primo viaggio in Albania nel 2014. Un Paese che è stato a lungo vittima delle proprie ideologie e che nel grigiore del passato ha trovato la forza per ripartire.
Si parla poco al presente e le rare immagini in aeroporto lo testimoniano; "
l’Attesa" è un film che si rivolge al passato, puntando l’attenzione sulla parte più intima del suo popolo. Le nuvole bianche lasciano spazio agli sguardi della folla, all’entusiasmo e alla povertà attraverso la storia di un francescano che ha passato la sua vita in prigione e di una cattedrale trasformata in un palazzetto dello sport. La religione comunista, la dittatura di Enver e la lotta alla libertà di pensiero e di culto sembrano suggerire quanto il vero dolore sia portato da qualsiasi imposizione irragionevole, anche se priva di colore o dottrina.
Un punto di vista rivelato tramite un racconto duro con immagini grigie e cupe che nasconde qualsiasi denuncia o opinione dietro il potere magico che ha la storia di esprimersi. Una parabola sulla dittatura che senza moralismo, affida ancora una volta tutte le risposte al ricordo storico che l’archivio Luce è in grado di restituire.
14/06/2016, 12:08
Marta Leggio