DAVID 60 - La Storia del Cinema in un volume
Il 7 Luglio, La Sala del Consiglio Nazionale presso il Ministero delle Attività Culturali e del Turismo a Roma ha ospitato la presentazione del libro “David di Donatello Awards, 60 anni di storia del cinema” edito da Mondadori Electa.
L’evento, introdotto da Tiziana Rocca, il direttore generale per il cinema Nicola Borrelli e l’attrice e produttrice Marina Cicogna, è stato un’occasione per rivivere la tradizione cinematografica del nostro paese alla presenza di alcune delle più grandi personalità del settore.
Il volume, una galleria di foto storiche, è frutto del connubio tra carta e schermo, che mostra non solo l’evoluzione del prestigioso premio, ma anche le trasformazioni di una società come quella del ‘900. Il “David di Donatello” nasce infatti nell’Italia del dopoguerra: un paese indebolito ma speranzoso, rinato anche grazie allo slancio vitale della cultura. Storia di un paese, come ha detto Valeria Licastro Scardino, da ripercorrere senza noia né tristezza, ma con “giusta malinconia”.
Straordinaria anche la partecipazione di chi ha visto questo premio nascere e crescere:
Gina Lollobrigida e Gian Luigi Rondi. La Diva per eccellenza, vincitrice della prima edizione come attrice protagonista per “La donna più bella del mondo” e di altre sei edizioni, ha ricordato la sua esperienza nel mondo del cinema, a cui mai (sembra difficile da pensare) avrebbe immaginato di poter appartenere, ma da cui è presto rimasta affascinata portandone ovunque alta l’immagine. Ha ricordato gli iniziali timori del successo e la passione con cui ha interpretato ruoli che l’hanno arricchita e con cui ha saputo esprimersi al meglio. Questa sua grande voglia, quella di comunicare e creare, che ci ha consentito conoscere la Lollobrigida fotografa, scultrice e regista, artefice di ritratti di profonda umanità e di una semplicità a cui sempre si è sentita vicina.
Legato a lei da sincera amicizia, il “padre del David”, il presidente dell’Accademia del Cinema Italiano
Gian Luigi Rondi si è detto soddisfatto di poter rivivere la storia di un cinema a cui ha contribuito attivamente. Alla domanda del come avrebbe pensato di partecipare alla settantesima edizione ha risposto, citando Bunuel, “Mi secca, mi secca ma non ci sarò”. Ha citato anche il cinema giovane di cui, in esclusiva per
cinemaitaliano, ha definito il successo come frutto di una creatività rifiorita, una capacità di mirare alla poesia che ha sempre mosso la macchina della finzione. Degli avvenimenti seri e motivati che interessano questo mondo ha sempre tenuto atto senza stupore, ma con la voglia di notare i miglioramenti di qualità e di attenzione da parte del pubblico a cui il cinema è rivolto, che spera che allo stesso tempo esso resti come è stato pensato dai Lumiere e come ha saputo vincere 70 anni di storia.
Chiara Di Berardino08/07/2016, 08:08