Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Spira Mirabilis"


Note di regia di
E’ il film che dà vita ai personaggi,
non sono i personaggi a dare vita al film.
Il fantastico nasce dal naturale
.
(Robert Bresson)

Venuti a conoscenza di Shin Kubota e dei suoi studi sulla medusa immortale, abbiamo subito capito che questo era il punto di partenza del nostro film: un uomo alle prese con l’immortalità.
Nei nostri precedenti lavori abbiamo indagato il rapporto fra l’uomo e le istituzioni, in Spira mirabilis ci interessava invece realizzare un film in cui l’uomo si confrontasse con i propri limiti e le proprie aspirazioni.
Il fatto che poi l’immortalità avesse le sembianze di una piccola e meravigliosa medusa, ci ha subito convinti.
Ci siamo tuffati in un mondo di acqua e di ricerche scientifiche che ci hanno restituito immagini di straordinaria bellezza: il piccolo può diventare grandissimo, l’universale un dettaglio. Così il gioco cinematografico di lenti microscopiche ci ha consentito di osservare l’invisibile e svelare ciò che normalmente è celato.
Ma la ricerca scientifica, malgrado il meraviglioso mondo che porta con sé, non può esaurire l’eterna tensione dell’uomo verso l’immortalità. Attraverso un percorso di accumulo, suggestione, assonanze abbiamo capito che l’acqua doveva accompagnarsi con gli altri elementi della natura: terra, aria, fuoco ed etere.
Il processo di ricerca delle storie è stato semplice e naturale e ha combinato situazioni su cui riflettevamo da tempo con improvvise scoperte.
Milano, Berna, Wounded Knee, Shirahama su una cartina geografica immaginaria compongono il disegno della nostra spirale meravigliosa.
Spira Mirabilis ha una struttura narrativa che combina pensiero razionale ed emotivo e dà vita a un affresco poetico che racconta la parte migliore di noi, mostrando la responsabilità, la debolezza e la forza che gli uomini hanno nei confronti del mondo in cui nascono, crescono, vivono e di cui sono semplicemente ospiti passeggeri.
Spira mirabilis è un film contemplativo che cerca di toccare “il cuore del cuore delle cose” in modo che da una pratica di osservazione nasca una trasfigurazione del reale, un film che vive della quotidianità dei tempi e degli spazi di chi li abita più che dell’irripetibilità degli eventi.
In Spira mirabilis gli elementi, le storie, gli archivi sono montati tra loro assecondandone assonanze poetiche e visive. Abbiamo cercato una “scrittura” elastica, plurale, che non temesse deviazioni e brusche interruzioni, anzi che fosse in grado di allungarsi e di contrarsi per passare in modo fluido dal grande al piccolo, dal generale al particolare, dal comico al tragico, dal singolo alla comunità e viceversa.
Da questa tensione scaturisce la “spirale meravigliosa”: l’umano tentativo di accettare e contemporaneamente superare i propri limiti.

Massimo D'Anolfi e Martina Parenti