FRATELLI DI SANGUE - Il bene e il male davanti alla famiglia
Ci si prova, con passione, sperando di farcela, ma non è facile. Fare un film non è così facile come sembra e "
Fratelli di Sangue" ne è la dimostrazione. Ci vuole professionalità e i ruoli devono essere rispettati, non per ristrettezza mentale ma perché le capacità di ognuno devono essere utilizzate al massimo per la riuscita del film.
L'attore
Francesco Rizzi è anche autore della sceneggiatura e un po' il motore di questo film insieme a
Karim Capuano, ex modello e ora ospite in tv che oltre ad interpretare un ruolo importante nel film ne è diventato anche produttore, subentrando in corso di realizzazione con la sua società. Terza pedina del film,
Pietro Tamaro, al debutto, entrato anche lui in corsa, passando dall'aiuto regia, per il forfait del regista, a dirigere il film.
Su questi tre pilastri si regge "
Fratelli di Sangue", sviluppandosi in una storia che intreccia malavita, polizia e famiglia. Insomma, in fondo gli stessi ingredienti de "
Il padrino" ma, come sappiamo, il difficile è amalgamarli. Sin dalla sceneggiatura e dai dialoghi, il film pecca di scarsa rilettura e riscrittura, con leggerezze nello sviluppo della storia e battute sfortunate (tipo "sputa il rospo!") che sembrano "uscite da un film".
Uno dei limiti è proprio questo, voler prendere spunto in ogni occasione da qualcosa visto al cinema (o peggio in tv) senza prima paragonarlo con la realtà o, cosa più grave, valutare se gli interpreti a disposizione siano in grado di "recitare" il personaggio. Capuano, ad esempio, prova a fare quel boss che abbiamo visto in cento film, senza aggiungere nulla anzi togliendo qualcosa ai tanti capi "spietati und ingiusti".
Tutto il cast fa fatica ad uscire dai cliché del genere, appesantito da dialoghi improbabili e personaggi monolitici e uguali a se stessi dalla prima all'ultima inquadratura. Colpa del testo ma anche degli interpreti, lasciati spesso soli e senza troppa esperienza a gestire ruoli del genere.
"
Fratelli di Sangue" è un esperimento di cuore e di slancio, ma un po' di professionalità in ogni campo non avrebbe guastato il film. Anche in piccole dosi qua e là, sarebbe stata di grande aiuto per un prodotto indipendente e sincero.
14/11/2016, 07:32
Natalia Giunti