RIFF XV - "Ombre della Sera"
Le "
Ombre della sera" sono figure evanescenti che vivono in un limbo tra l’acqua e la terra, tra dentro e fuori. Sono recluse in un mondo parallelo lontano dalla realtà esterna. Questa è la condizione dei detenuti raccontata dalla regista
Valentina Esposito nel suo documentario presentato il 25 novembre alla XV edizione del Riff.
La Esposito, già da anni collaboratrice presso il carcere di Rebibbia di Roma curando il laboratorio teatrale interno, raccoglie le storie di alcuni ex-detenuti per far luce sui problemi e le difficoltà che incontrano nel ricominciare le proprie vite e nel ricostruire i rapporti con i familiari. Attraverso le storie dei protagonisti viene declinato il tema universale della lontananza dagli affetti e del rapporto padre figli in cui lo spettatore può identificarsi e riconoscersi.
Da "
Ombre della sera" si comprende quanto una relazione costante con la famiglia sia fondamentale per il detenuto durante la carcerazione per dargli una motivazione al cambiamento, ma anche dopo quando si riprendono i contatti diretti con la realtà. La famiglia infatti è il primo luogo di rifugio da cui ripartire per la reintegrazione della vita al di là delle sbarre.
Gli ex-detenuti protagonisti mettono in scena il proprio vissuto con grande forza interpretativa grazie ai corsi di recitazione teatrale che hanno potuto seguire in carcere acquisendo una capacità utile per un possibile lavoro ma soprattutto utilizzandolo come mezzo per affrontare il passato e liberarsi.
La fotografia e l’uso di inquadrature sfocate su cui si stagliano figure nitide creano un’atmosfera claustrofobia come se si fosse sempre rinchiusi ad eccezione del finale luminoso. La Esposito ha arricchito il film con metafore poetiche che descrivono la condizione dei detenuti e con delicati primi piani che ci permettono di cogliere l’anima dei protagonisti con le paure e le speranze future.
27/11/2016, 10:09
Chiara Preziosa