I vincitori dell'8° Ares Film e Media Festival
PREMIO MIGLIOR FILM
Jazz Etude di Elena Gladkova (Russia, 2014)
Motivazione: Il film è un inno alla creatività che è libera, refrattaria ad ogni regola o disciplina. Un film ironico e intuitivo. La regista con questo lavoro è riuscita a cogliere l’esigenza di un popolo che – possedendo l’arte della musica – ha la capacita di affrontare in modo propositivo il sistema, a volte asfissiante, delle regole. Un film che mediante la rappresentazione della capacità umana del divertimento riesce a modificare la percezione dello status quo per immaginare un mutamento sociale.
PREMIO RESPONSABILITA’ SOCIALE
Le Cimetière des Marionnettes di Elena Molina (Spagna/Burkina Faso, 2014)
Motivazione: Il film merita il premio per l’attenzione rivolta dalla regista al tema del riscatto (tutto imperniato sull’idea dello “scarto” e della sua “valorizzazione”)
PREMIO INTERPRETAZIONE DELLA CONTEMPORANEITA’
Gyes di Duygu Nazlı Akova (Turchia, 2016)
Motivazione: Il film affronta in modo molto originale il tema delle trasformazioni urbane e il conseguente mutamento degli scenari sociali a Istanbul. Il regista sviluppa il tema attraverso un linguaggio originale che formalmente si rifà al cinema strutturale anni 70, con un'inquadratura fissa che diventa immagine pittorica in movimento, tipica dell'arte contemporanea. Attraverso il riflesso della città e dei suoi cantieri viene generata l'immagine di Gyes, il gigante mitologico nato dall’unione tra Urano (il cielo) e Gaia (la terra), che simboleggia il catastrofico destino della megalopoli in continua espansione.
PREMIO INNOVAZIONE LINGUAGGIO
Refugee Camp di Saeed Naghavian (Iran, 2016)
Motivazione: Il regista è stato molto originale e innovativo pur utilizzando una tecnologia tutto sommato semplice (una videocamera e un paint), un film senza il bisogno di telecamera ma solo il video del monitor; uno spazio virtuale, un ambiente lavorativo con tutti gli utensili da lavoro; una idea che funziona con e per mezzo di tutto il desktop. Un film grafico con un messaggio molto forte e attuale.
MENZIONE SPECIALE
Postcard to Godzilla di Louis Fried (Germania, 2015)
Motivazione: Per la particolare combinazione di suoni e immagini che ricorda il messaggio di John Cage e il suo pensiero sul concetto di rumore e suono. Il film non segue una trama precisa, ma il porto a un certo punto si anima e prende vita generando una vera e propria sinfonia, quasi un concerto. Ci si cala in un’atmosfera un po’ surreale (a tratti quasi distopica) fatta di silenzi e suoni meccanici, stridenti. E ritorna John Cage… i rumori difatti sono parte integrante della vita, sono nel mondo e diventano suoni. Questi suoni a volte ci affascinano a volte ci disturbano, come in questo caso. Potremmo definire questo film la rappresentazione sonora di un pensiero sfuggente
05/01/2017, 16:29
Simone Pinchiorri