CIMITERO AZZURRO - Malinconia on the road
Il viaggio e il senso di colpa sono i grossi temi di "
Cimitero Azzurro", il primo lungometraggio di
Gerardo Lamattina, regista attivo già da molti anni nella pubblicità che per il suo primo film decide di lanciarsi in una pellicola
on-the-road dal sapore malinconico.
Rosario è un piccolo imprenditore meridionale emigrato al Nord che gestisce un bar dal discreto successo. La sua vita scorre velocemente tra numerose relazioni amorose, loschi affari e il rifiuto di qualsiasi responsabilità. Tutto sembra andare per il verso giusto finchè un incidente stradale non sconvolgerà l’equilibrio della sua esistenza. Nell’incidente, causato da Rosario che distrattamente parlava al cellulare, morirà una giovane famiglia rumena, padre e madre, peraltro incinta. La figlia maggiore, sopravvissuta all’impatto, viene sbalzata fuori dall’auto poco prima che finisca in un canale. Rimasta illesa sulla strada, la ragazzina si volta verso il protagonista che, preso dall’agitazione, fuggirà dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso.
Nessuno però ha assistito al fatto e non ci sono telecamere, Rosario può riprendere una vita normale ma il senso di colpa glielo impedisce. Decide così di partire alla ricerca della ragazza sopravvissuta che, in quanto orfana, è stata rimpatriata e affidata a una nuova famiglia.
Inizia così il lungo viaggio di Rosario verso la Romania, alla ricerca della persona a cui ha strappato tutto. Ricco di imprevisti e sorprese, il cammino del protagonista sarà tutt’altro che semplice, e proprio quando il cerchio sembra stare per chiudersi, scopriamo che la vita ha ancora qualcosa in serbo per lui…
La forza di questo film è indubbiamente rappresentata dal paesaggio dell’Est-Europa. Partendo dalla Slovenia e passando per Ungheria e Romania, esso è una presenza maestosa e costante, che si contrappone alla piccolezza del protagonista, il quale è mostrato spesso dentro questa natura, che sembra sovrastarlo sia fisicamente che visivamente. Il lento incedere di Rosario è reso ancora più estenuante dal fatto che non sembra vedersi alcuna meta, rendendo vane tutte le sue fatiche.
Questo cammino infinito è per Rosario un tentativo di espiare le sue colpe ma anche un viaggio dentro sé stesso, attraverso il quale si rende conto che per stare meglio deve cambiare il proprio modo di intendere la vita, fare pace con i fantasmi del passato. Deve avvenire un cambiamento dentro di lui sostanzialmente e, perché accada, il dolore e il senso di colpa sembrano essere compagni necessari.
Questo cambiamento è lento ed inconscio, ma via via sempre più evidente nelle pieghe che la trama prende, scena dopo scena. All’inizio Rosario, appena partito e deciso nel portare a termine la sua missione, ricade nei vecchi errori che hanno sempre contraddistinto la sua vita, quali avere un rapporto sessuale con una prostituta che gli ruberà auto e soldi, e piccoli furti per racimolare del denaro. Poi, nel prosieguo della storia, solitudine e desolazione prenderanno il sopravvento, quasi a significare che la purificazione del protagonista sta lentamente procedendo. La sepoltura di un gatto e il commovente arrivo al fantomatico Cimitero Azzurro sono le ultime tappe: Rosario è una persona diversa, migliore, ma la redenzione definitiva è, purtroppo per lui, ancora lontana.
Alessandro Testa05/04/2017, 08:53