Note di regia di "Le Guerre Horrende"
Le Guerre Horrende, espressione utilizzata dal Machiavelli in riferimento alle Grandi guerre d’Italia, ove horrendo va inteso in un senso etimologico più ampio, non solo come orribile, ma anche come grandioso ed imponente, è una favola nera sulla “damnatio memoriae” che ambisce a contaminare il linguaggio proprio del cinema con il linguaggio del teatro. Questo si deve innanzitutto all'ispirazione diretta che la sceneggiatura ha tratto dal testo teatrale Le guerre orrende scritto nel 1997 da Pino Costalunga. La storia, recitata anche in lingua veneta (in continuità con il precedente Ritual: Una storia psicomagica), è un commedia fantastica, dal sapore grottesco e paradossale, che declina sempre più nel dramma classico. La narrazione, all’inizio favolistica e teatrale, surreale e sognante, con lo svolgersi della vicenda, lascia il passo al dramma della guerra, crudo e realista.
Rimanendo fedeli al testo di partenza la poesia riveste un ruolo principale nel film, i vari personaggi durante la vicenda recitano versi di Folengo, Ruzante, gli anonimi pavani, Pessoa, Apollinaire, Govoni.
L’idea fondante del nostro film è che le guerre e la violenza, siano solo il frutto del personale conflitto che giace irrisolto nel microcosmo che è in ognuno di noi.
No war within, no war without.
Giulia Brazzale e
Luca Immesi