MILLE VITE, LA MIA - Storia di Jean-Paul Belmondo
L'unico limite di questo libro è averne uno. Sono davvero mille, e forse più, le vite vissute da
Jean-Paul Belmondo, attore italo-francese emblema della Nouvelle Vague e capace nel corso dei decenni di lavorare coi maggiori autori del mondo. Ne racconta alcune in "
Mille vite, la mia", autobiografia imprescindibile edita in Italia da
Donzelli.
«
Nel 1960 il cinema mi ha messo sotto i riflettori e da lì non mi sono più mosso. Era quello che volevo: essere tante persone, indossare mille costumi, interpretare una miriade di ruoli, scandagliare l’animo umano. Ma prima di ogni altra cosa volevo divertirmi e divertire il pubblico, recitare, giocare».
Ultraottantenne, Belmondo racconta la sua infanzia felice e il suo destino di attore, le amicizie davanti e dietro lo schermo, le donne incontrate e i registi con cui ha lavorato. Inevitabilmente qualcosa manca, e qualcos'altro viene solo accennato: molto spazio viene dato agli anni giovanili dell'attore, pre e post conflitto mondiale. Meno cinematografici, certo, ma sicuramente fondamentali per capire il carattere e l'attitudine del Belmondo attore e personaggio.
Dall’incontro con Jean-Luc Godard in poi le pagine del libro trasudano cinema: l'attore ha lavorato con registi come Godard, De Sica, Chabrol, Bolognini, Castellani, Melville, Lelouch, Verneuil, Deray, Malle, Resnais, li racconta e si racconta. E con loro anche i suoi rapporti con attrici come Sophia Loren e Jean Seberg, Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida e Stefania Sandrelli, Ursula Andress, Catherine Deneuve e Laura Antonelli, attori come Lino Ventura a Jean Gabin ad Alain Delon.
Chi ama il cinema, deve leggerlo.
05/07/2017, 08:48
Carlo Griseri