POP CORN - Bilancio positivo per la prima edizione
Prima edizione spumeggiante per il festival internazionale del corto "
Pop Corn".
In una location vacanziera -
Porto Santo Stefano di Monte Argentario -– l’organizzazione è riuscita a coniugare l'esigenza di contestualizzare (proiezioni sul lungo mare abbracciati dallo '
struscio' vacanziero) calcando sul '
pop' (accattivante la grafica colorata e vincente la scelta di un presentatore come
Andrea Dianetti, in parte nel coniugare serietà e battuta) con il desiderio esplicito di raccontare le mille sfaccettature di un tema, le "
radici", che tocca corde in cui è naturale per chiunque riconoscersi.
Tre serate durante le quali sono stati proiettati 26 cortometraggi - incontrando registi, attori, produttori e distributori - e conferiti tre premi più due menzioni.
Esordio in grande stile venerdì sera con “
Bellissima” di
Alessandro Capitani - vincitore del David di Donatello 2016 che conquista e fa sorridere anche all’ennesima visione - e conclusione con un arrivederci al prossimo anno dopo la proclamazione del vincitore “
A casa mia” di Mario Piredda .
Nel vasto e variegato programma ecco i film premiati:
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A casa mia” di Mario Piredda (vincitore sezione ‘Radici d’autore’) immerge in una Sardegna dai volti duri e ancestrali di due anziani, nell’affetto che li lega, l’uno all’altro ed entrambi ai luoghi in cui sono vissuti. Parlano gli sguardi, i pochi sorrisi, le andature lente e il contrasto tra generazioni.
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Margie” di Domenico Modafferi (vincitore premio del pubblico) è il dialogo più leggero possibile sull’argomento più disperante. Un Giorgio Colangeli più caratterista del solito alza il tono della voce e con un leggero falsetto dirige l’inconsapevolezza del suo personaggio dritta al cuore di Margie, giovane e triste ragazza pronta ad un gesto estremo. Ode alla lievità che attenua la gravità.
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La mora y el cocuyo” di Isaias JJ Perez (vincitore sezione “Nuove radici”) è un’animazione che arriva dal Venezuela e racconta la fiaba romantica e cruda di una mora e un coleottero, tra colori accesi e linee essenziali. Leggenda indigena che – a sorpresa – persegue la vendetta.
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Fantasia” di Teemu Nikki (menzione speciale della giuria) sfrutta dinamiche e ritmo da registro comico per narrare la disavventura di uno sfortunato sognatore che nel momento in cui vede svanire l’oggetto dei suoi desideri (la fantomatica pizza ‘Fantasia’) ottiene il riconoscimento di chi gliel’ha negata fino a quel momento. Lo spettatore, conquistato dalle vicissitudini del giovane, sorride amaramente per un po’ e poi ‘patisce con’ il suo improbabile eroe. Nel finale: lo spaesamento.
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Adele" di Giuseppe Francesco Maione (menzione speciale della giuria) osserva, con particolare cura del dettaglio nella messa in scena, la personale elaborazione del lutto di una bambina di fronte alla perdita della madre. Una soluzione esclusiva che estromette chiunque altro per mantenere forte e prezioso il legame che non vuole spezzarsi.
01/08/2017, 18:39
Sara Galignano