FILM FESTIVAL DIRITTI UMANI LUGANO IV - Conclusa l'edizione 2017
La scelta cinematografica come chiave d’accesso alla contemporaneità, è il motore del
Film Festival Diritti Umani Lugano, con dibattiti ricchi di spunti che hanno visto anche momenti particolarmente vivaci fra i giovani delle scuole.
Film dalla più recente produzione cinematografica internazionale, che utilizzano linguaggi capaci di arrivare con immediatezza a un pubblico eterogeneo, sono la caratteristica principale del festival. A questo si coniuga l’elemento della diversità che il festival racconta facendo il giro del mondo in 21 film, focalizzando l’attenzione sui fondamentali e inalienabili diritti dell’uomo ed evidenziando similitudini fra vite e vicende di paesi anche molto lontani.
Gli ospiti che hanno animato i forum, oltre una cinquantina fra autori delle opere, studiosi, giornalisti, protagonisti attivi della contemporaneità e degli ambiti su cui sono stati chiamati a intervenire, rappresentano un fondamentale valore aggiunto della proposta del festival.
A corollario il seguito ottenuto dai momenti non cinematografici del festival: la mostra Quickgold, la consegna del premio giornalistico Carla Agustoni e il #PartyWithldilLugano in collaborazione con Amnesty International.
Fra i momenti più significativi l’incontro con il medico lampedusano
Pietro Bartolo in occasione del film The Good Postmam di Tonislav Hristov sui temi della migrazione e della corretta informazione; tema che è ritornato nella proiezione e nell’incontro di Another News Story, con il regista Orban Wallace presente in sala insieme a uno dei protagonisti, il rifugiato Omid Ahmadi. Di libertà di stampa si è parlato a fondo con il giornalista Jérôme Bastion per il film che lo vede protagonista, "
Dönüş–Retour" di Valeria Mazzucchi, agli albori della dittatura turca, e ancora la negazione della libertà intellettuale insieme al regista Askold Kurov con il suo The Trial – The State of Russia vs Oleg Sentsov.
Grandi catalizzatori di emozioni i due film che hanno visto lo sport motore di riscatto e libertà, con il calcio al centro di The Workers Cup di Adam Sobel, e con Gaza Surf Club di Philip Gnadt e Mickey Yamine, l’appassionante avventura dei giovani che nella striscia trovano spazi di libertà nel mare, ben rappresentata da Mohammed Mutter, ospite del dibattito, giovane impegnato e fuoriuscito da Gaza.
Il cinema accompagnato all’opportunità di un confronto collettivo costituiranno l’ossatura anche del futuro del
Film Festival Diritti Umani Lugano, a partire dalla quinta edizione nel 2018.
16/10/2017, 15:55