GLI SDRAIATI - A Milano, un rapporto tra padre e figlio
"
Gli Sdraiati", scritto da
Francesco Piccolo e Francesca Archibugi e liberamente tratto dal romanzo di
Michele Serra, racconta il rapporto tra un padre,
Claudio Bisio, e il figlio Tito
Gaddo Bacchini. Il ragazzo, al liceo, è in quella fase di rifiuto di ogni regola, di ogni comportamento socialmente accettabile durante il quale solo gli amici che condividono con lui questo stato, sono accettati e presi in considerazione. Ovviamente arriva l’amore a scompaginare la vita del ragazzo e a complicare ancor di più i rapporti con il padre Giorgio, separato ormai da molti anni e con il quale vive per metà della settimana.
Una Milano borghese benestante e di sinistra, radical ma più volgare che chic, dove si commenta con malizia e poco stile il look del professore "cattivo" e dove gli argomenti di discussione sono sempre di una leggerezza assoluta malgrado sembrino serissimi.
Francesca Archibugi, continua nella sua specialità di parlare di ragazzi ma questa volta sembra rimasta ancorata a tematiche molto usate e a un’estetica anni 90.
Lo scontro generazionale c’è, ma sembra camminare sullo stesso sentiero tracciato negli anni 50-60, con i giovani che si sentono incompresi dai matusa, sempre pronti a riprendere, a redarguire, a commentare qualcosa che non capiscono.
Più in generale al film manca un evento trainante. Il primo possibile “caso” da seguire arriva dopo 55 minuti ed è una caduta dal tetto della scuola, mentre la flebile traccia del dubbio sulla paternità della ragazza, si affievolisce fino a scomparire del tutto come la figura della barista (
Barbara Ronchi) che prima entra a gamba tesa seducendo il protagonista e poi sparisce nel nulla assoluto.
Claudio Bisio purtroppo conferma la sua abitudine di eccedere in smorfie e mosse che spesso anticipano le reazioni naturali agli eventi. Preoccuparsi per l’arrivo in treno del figlio, prima che il treno sia giunto in stazione senza di lui a bordo ci dimostra soltanto che l’attore ha letto la sceneggiatura e sa già cosa accadrà tra due pagine, rovinandoci la possibile sorpresa e alienandosi un possibile cambiamento d’espressione che renderebbe la sua interpretazione più naturale e apprezzabile.
Antonia Truppo, grazie alla bravura ma anche a un personaggio "difficile", si candida di certo per un'altra stagione di premi.
17/11/2017, 10:20
Stefano Amadio