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Note di regia di "Argonauti"


Note di regia di
Argonauti
Arrivare a San Chirico Raparo è un'impresa. Ci si avvicina lentamente cambiando vari mezzi di trasporto. Dopo innumerevoli tornanti il paese sbuca dalla collina, arroccato, nascosto. L'impressione è quella di un posto immobile, identico a sé stesso nei suoi riti, nel passare delle stagioni.
Sono arrivato qui per filmare la non-scuola del Teatro delle Albe, un progetto che seguo da tempo.
La prima idea di racconto era  legata al laboratorio teatrale e alla vita degli adolescenti
seguendo uno stile di regia osservativo.
Di mese in mese, addentrandomi a San Chirico, mi sono però reso conto di un paradosso, cioè che quel paese  a prima vista così statico e poco penetrabile in realtà  è un crocevia incredibile di viaggi e migrazioni.
Nel 900 i paesani sono partiti verso il sud America, l'Australia, la Germania, la Svizzera lasciando il paese sempre più vuoto. Molti di loro sono tornati solo in vecchiaia. 
Oggi invece San Chirico è approdo per i nuovi migranti, giovani provenienti soprattutto dall'Africa che fanno tappa qui col sogno di arrivare nelle grandi città europee.
Ecco San Chirico: paese da cui scappare se si è giovani, paese in cui tornare per riposare in vecchiaia, paese in cui sostare nelle traiettorie delle grandi migrazioni moderne.
A tutto questo si aggiungono le Argonautiche di Apollonio Rodio, il testo su cui si baserà
l'esito del laboratorio teatrale. Nel poema greco dell III sec a.c. Giasone per tornare nella sua terra
deve affrontare un pericoloso viaggio e conquistare il misterioso Vello d'oro.
Mettendo assieme i pezzi sento una piccola vertigine: dall'antica Grecia, passando per il 900 e il giorno d'oggi: quante partenze, quanti ritorni, quanti Velli d'oro sono stati sognati, 
cercati e forse trovati?

Alessandro Penta