DE ANDRÉ - Il Principe della Canzone arriva al cinema e in tv
Evento speciale al cinema il 23 e 24 gennaio poi in tv su Rai 1 il 13 e 14 febbraio, "
Fabrizio De André, Principe Libero" è la storia di un grande autore, musicista e cantante. Come da abitudine recente, per la fiction targata Rai, si comincia il racconto dalla fine, anzi da tre quarti, per poi tornare indietro fino all’adolescenza, giungere al punto di partenza e arrivare alla fine nel contemporaneo.
Il film su
De André, scritto da
Luca Facchini, Giordano Meacci e Francesca Serafini e diretto da
Luca Facchini, parte proprio da famoso rapimento del cantante e della sua compagna
Dori Ghezzi, avvenuto in Sardegna nel 1979, dove vivevano ormai da qualche anno, torna nella vivace Genova degli anni 50/60 per trovare lui in famiglia, alle prese con un padre conservatore (ma non troppo), e il gruppo di amici famosi che lo accompagnerà nell’inizio della carriera. Intense le storie d’amore, prima con le tante donne occasionali fonte d’ispirazione e non solo, poi con la moglie e madre di Cristiano, infine quella con la collega Dori Ghezzi, dalla quale ebbe un’altra figlia, Luvi, sua compagna dal 1974 e che sposò nel 1989.
Facchini però, malgrado abbia a disposizione un grande personaggio e un repertorio musicale di altissimo livello, si limita a raccontare quello che il pubblico già sa, una sorta di riassuntone del gossip intimizzato, dove i rapporti si creano già con la consapevolezza di come andranno a finire. E allora c’è
Luigi Tenco, giovane e triste che parla di Sanremo che sarà teatro della sua morte, o la prima moglie
Enrica Rignon con nello sguardo, sin da subito, un futuro da “lasciata”. E anche l'amico Paolo Villaggio, già divertente e irriverente intrattenitore e non è da meno il figlio Cristiano che si comporta con quel fastidio verso chi lascerà presto sola sua madre.
Insomma i personaggi sono costruiti come se ispirati da biografie leggere o dai giornaletti scandalistici dell’epoca o da stereotipi storici come il padre conservatore negli anni 60, di fronte a un figlio ribelle che preferisce la chitarra al violino. Personaggio, quello del padre interpretato da
Ennio Fantastichini, che fa di tutto per sembrare antico ma è evidente che nella realtà non lo era affatto.
Il film su De André, non si impegna a affondare la lama in una vita travagliata e interessante, limitando il racconto dei suoi percorsi creativi a qualche trasgressione giovanile e all’abuso di wiskey e sigarette, badando bene a non fare torti a nessuno. E anche le canzoni a disposizione, tutte le migliori del cantautore, sono piazzate un po' a caso, come tappeto a situazioni particolari o lasciate sole a fare intrattenimento, base per immagini da videoclip che raccontano episodi e personaggi.
Insomma, il biografilm su De André non prende, il personaggio, interpretato bene da
Luca Marinelli, non sembra all’altezza della fama sua e di quelle canzoni che ancora fanno vibrare e venire la pelle d’oca a intere generazioni.
19/01/2018, 16:55
Stefano Amadio