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BERLINALE 68 - "Figlia Mia" di Laura Bispuri in Concorso


Valeria Golino e Alba Rohrwacher sono due madri diverse ma che si completano agli occhi della figlia. Ambientato in Sardegna il film si muove all'interno di ambiti familiari e sociali normali, trovando nella vita al limite del personaggio della Rohrwacher lo spunto che agita le acque. Dopo Berlino l'uscita in sala il 22 febbraio con 01 Distribution.


BERLINALE 68 -
Berlinale - "Figlia Mia" di Laura Bispuri in Concorso
Laura Bispuri passa in Concorso alla Berlinale con il suo secondo film e torna a visitare la storia e i luoghi del suo corto del 2011 "Biondina", con la relazione difficile tra madre e figlia. In "Figlia Mia" mischia le carte, raddoppia la figura della madre e trasferisce il carattere ribelle e spregiudicato dalla bambina alla mamma numero uno, quella naturale.

Una bambina di dieci anni tranquilla, intelligente ma un po’ emarginata, non si capisce bene perché, dalle coetanee. In un paese della Sardegna dove vive, la bambina scopre lentamente che i suoi genitori, ma soprattutto la madre, non è la sua vera madre (Valeria Golino) amorevole e gentile ma, con qualche trauma iniziale, percepisce e dopo ha conferma che la sua madre naturale è la “pazza” del paese (Alba Rohrwacher), una donna facile che vive di espedienti, alcool e prostituzione occasionale.

La bambina ne è affascinata e lentamente si stacca dalla madre adottiva, che è riuscita a conservare il segreto con tutto il paese, e comincia a frequentare quella naturale che vede in lei prima fastidio e poi un momento di felicità possibile. Gli intenti di riallacciare una relazione con la figlia, benché inizialmente sinceri, si rivelano diversi e molto più affini alla sua continua esigenza di far quadrare il bilancio con ogni espediente a disposizione.

Il film di Laura Bispuri è molto leggero, troppo sottinteso per appassionare ai personaggi e solo nel finale, potenzialmente drammatico, riesce a iniettare qualche momento coinvolgente, caricando sulla costruzione delle due madri e della bambina tutto il peso sottratto alla storia.

Con "Figlia Mia", la regista sembra fare un passo indietro rispetto alla ricchezza di "Vergine Giurata", mostrando come un timore nel raccontare il tema del rapporto tra genitori e figli e lasciando a eccessi e shock, ad esempio le visioni dei rapporti sessuali occasionali della madre, le tappe del percorso di crescita di una bambina che comunque si dimostra più matura e sensata di tutti gli altri personaggi.

20/02/2018, 11:26

Stefano Amadio