CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL VIII - Dal 21 al 24 marzo
L’ottava edizione del
Ca’ Foscari Short Film Festival il primo in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università si svolgerà dal 21 al 24 marzo 2018, all’Auditorium Santa Margherita di Venezia, nel cuore dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Università Ca’ Foscari. I
30 cortometraggi del Concorso Internazionale dedicato agli studenti delle scuole di cinema e delle università di tutto il mondo saranno affiancati da una serie di programmi speciali, workshop e masterclass di altrettanto interesse. Il Festival, realizzato con la collaborazione della Fondazione di Venezia e dell’Associazione Veneziana Albergatori, mantiene fede alla sua mission di manifestazione pensata dai giovani per i giovani: sono loro i protagonisti di questa grande festa, dall’una e dall’altra parte dello schermo. Lo “Short” è infatti concepito come momento professionalmente formativo per gli studenti volontari di Ca’ Foscari (oltre 200) coinvolti in tutte le fasi della realizzazione del festival con il coordinamento del direttore artistico e organizzativo
Roberta Novielli.
L’edizione 2018 è stata presentata oggi presso la sede centrale dell’Università Ca’ Foscari Venezia da: Flavio Gregori, prorettore alle Attività Culturali Università Ca’ Foscari; Roberta Novielli, direttore artistico e organizzativo del
Ca’ Foscari Short Film Festival; Hiroki Hayashi, regista, membro della giuria del concorso internazionale; Giorgio Busetto, direttore della Fondazione Ugo e Olga Levi; Carlo Montanaro, responsabile della Fabbrica del vedere; Giovanni Andrea Martini, presidente della municipalità di Venezia Murano Burano
Il prorettore
Flavio Gregori ha evidenziato come “
la scorsa sia stata un’ottima edizione, con corti a livello professionale”, sottolineando anche quanto “il festival sia un trampolino di lancio per esperienze di produzione e sia soprattutto “una grande opportunità didattica per il coinvolgimento di studenti che comporta”.
"
Una grande festa di ospiti e registi" – così l’ha definita
Roberta Novielli – "
con la partecipazione quest’anno di nomi di spicco tra cui Peter Greenaway. Più di 2500 i corti pervenuti, 26 i paesi di provenienza, gli Stati Uniti al primo posto, ma seguiti da Iran e Turchia, una cinematografia emergente che dà la misura della dimensione internazionale dello Short".
Il
Concorso Internazionale uno dei fiori all’occhiello dello Short, si conferma anche quest’anno come una vetrina privilegiata in Italia per scoprire le migliori opere di giovani registi che frequentano o si sono appena laureati nelle più prestigiose scuole di cinema e università del mondo, come testimoniano i circa 2.500 cortometraggi pervenuti da ogni angolo del globo che hanno portato a una selezione di altissimo livello e in grado di rappresentare filmografie molto distanti fra loro.
I
30 cortometraggi del Concorso Internazionale provengono da 26 differenti paesi, che spaziano dagli Usa all’Australia, dalla Bielorussia al Sud Africa, dal Costa Rica all’Uzbekistan, passando per Indonesia, Colombia, India, Hong Kong e molti altri, Italia compresa.
Uno dei temi ricorrenti di quest’anno è il rapporto tra madre e figlio - un tema tanto universale quanto particolare nelle sue infinite declinazioni, il rapporto più viscerale, intenso e (artisticamente) drammatico che ci sia - come in Eric del regista ungherese Hakan Sagiroglu, con la tragica ricerca del figlio da parte di una madre che deve fare i conti col proprio passato. In The Life of Ana (di Mlu Godola, Sud Africa) è la madre stessa a mettere in pericolo la vita del figlio e per salvarlo dovrà prendere decisioni difficili. Ancora più drammatica è la situazione nel messicano Don’t Pass Through San Bernardino (di Hugo Magaña) nel quale una donna non si fermerà davanti a nulla pur di arrivare alla verità sulla morte del figlio. Tash Kөmүr, di Evgenii Chistiakov, primo corto del Kirghizistan in Concorso allo Short, racconta invece la difficile realtà di due ragazzi, e delle loro famiglie, costretti a lavorare in una remota miniera di carbone. Sullo sfondo dell’omicidio di Pasolini si svolge invece il corto italiano "
Pipinara", di Ludovico Di Martino, incentrato su due giovani ladruncoli del litorale romano. L’altro italiano in gara è "
Adavede" di Alain Parroni, nel quale la ricerca di un caricabatteria diventa il pretesto per un viaggio tra campagna e periferie che porterà a galla ricordi sepolti. Insieme ai corti di finzione, in Concorso anche 3 documentari e 3 animazioni.
La giuria assegnerà per il
Concorso Internazionale: il Grand Prix al miglior corto, il Premio Levi per la miglior colonna sonora, la Menzione speciale Volumina per il miglior contributo al cinema come arte e il Premio “Pateh Sabally” della Municipalità di Venezia, all’opera che meglio avrà saputo sottolineare i temi della multietnicità e dell’accoglienza.
Verrà inoltre proclamato il vincitore della quinta edizione del Concorso “Olga Brunner Levi”, in collaborazione con la Fondazione Levi, e quello del secondo Music Video Competition, dedicato a video musicali realizzati da studenti di cinema e università di tutto il mondo.
La
Giuria Internazionale può contare anche quest’anno su tre esponenti di eccezione del mondo del cinema, continuando una tradizione che negli anni ha visto avvicendarsi registi, attori, produttori, giornalisti e addetti ai lavori di caratura internazionale. A decretare il vincitore del Concorso e assegnare le menzioni speciali saranno quest’anno tre registi, a cominciare dall’italiana
Roberta Torre, il cui ultimo lungometraggio "
Riccardo va all’Inferno" è uscito nelle sale proprio negli scorsi mesi ed è candidato a cinque David di Donatello. Negli anni ha diretto opere come Tano da morire (David di Donatello e Nastro d’argento nel 1998), Mare nero (in Concorso a Locarno nel 2006) e I baci mai dati (presentato alla Mostra di Venezia nel 2010). Il regista giapponese Hiroki Hayashi ha iniziato come assistente di Takeshi Kitano e Kiyoshi Kurosawa per poi fondare una propria società di produzione e debuttare alla regia nel 2005 con Rakuda Ginza. Nei successivi lungometraggi ha sviluppato un approccio che gli permette di coinvolgere le comunità locali nel processo filmico, portandolo infine a realizzare Blossoming into a Family (2017). Terzo membro della giuria è il regista Marcin Bortkiewicz, documentarista polacco che nel 2012 ha presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes il suo primo cortometraggio di finzione, Drawn from Memory, seguito tre anni più tardi dal lungometraggio di debutto, l’apprezzato Walpurgis Night, vincitore di numerosi premi come miglior film d’esordio.
Come da tradizione ai giurati sarà dedicato il
Programma Speciale della Giuria, un’occasione unica per il pubblico per incontrare i tre artisti e ripercorrere le loro carriere attraverso immagini e parole. Torre proporrà una selezione di scene dal suo ultimo lungometraggio "
Riccardo va all’inferno" (2017). Hayashi presenterà invece il cortometraggio Soul Journey – To the future of Nanto (2015), mentre Bortkiwicz porterà a Venezia il documentario Early Learning (2009).
Il Premio Levi sarà invece assegnato da una giuria composta da Luisa Zanoncelli, Roberto Calabretto, Gabriele Roberto e Massimo Contiero.
Ricchissima e variegata anche quest’anno sarà l’offerta dei programmi speciali che spazia tra omaggi, focus, workshop e incontri con gli ospiti. Tra i fiori all’occhiello dell’ottava edizione del festival c’è sicuramente la presenza del cineasta britannico
Peter Greenaway che per l’occasione sarà protagonista di una lunga intervista condotta da Flavio Gregori, Prorettore alle Attività e rapporti culturali dell’Università, e presenterà inoltre delle clip video tratte dai suoi lavori. Attivo sin dagli anni sessanta Greenaway è diventato presto celebre per le sue pellicole provocatorie e dall’estetica ricercatissima come I misteri del giardino di Compton House (1982), presentato a Venezia, Giochi nell'acqua (1988), vincitore a Cannes del premio per il miglior contributo artistico e il controverso Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (1989). Ha raggiunto negli ultimi anni uno stile quasi pittorico (Goltzius and the Pelican Company, 2014) che ben si sposa con le sue installazioni artistiche come la serie Nove dipinti classici rivisitati.
Altro ospite d’eccezione di questa edizione è
Robb Pratt, storico animatore della Disney che delizierà il pubblico dell’Auditorium con una imperdibile masterclass nella quale, oltre a illustrare gli aspetti più interessanti del suo mestiere, presenterà alcuni dei suoi lavori, come il recente CARMAN - The Road Rage Anti-Hero, una seria animata pensata anche come un tutorial d’animazione. Pratt ha lavorato ad alcuni classici della casa di Topolino come Pocahontas, Tarzan e Hercules ed è poi passato a disegnare gli storyboard per Planes e per serie di successo di Disney Channel. Come animatore indipendente ha realizzato alcuni cortometraggi che rielaborano i supereroi classici.
La personale dedicata all’indiana
Gitanjali Rao permetterà di scoprire il mondo di una delle più importanti registe d’animazione indiane con la proiezione di cinque cortometraggi; altrettanto interessante il focus sul regista giapponese
Shutaro Oku che mescola brillantemente cinema e teatro avvalendosi di tutte le tecnologie disponibili e che presenterà in anteprima mondiale Nigorie, opera girata tra Tokyo e Venezia. Si rimane in Estremo Oriente per East Asia Now, programma che propone alcuni dei corti più bizzarri e sperimentali prodotti nell’ultimo anno. All’interno del programma uno spazio sarà dedicato al Dong Film Fest, festival che si offre come ponte tra Cina e Italia.
L’Università Ca’ Foscari celebra quest’anno i 150 anni dalla sua fondazione e lo Short non poteva non dedicare un programma speciale a questo irripetibile avvenimento. Spazio quindi al
video concorso Racconta i 150 anni di Ca’ Foscari in 150 secondi - di cui sarà annunciato il vincitore - e alla presentazione in anteprima di Nel cuore muto del divino di Riccardo De Cal, sull’intervento di Carlo Scarpa alla storica Aula Baratto dell’università. Il programma si completa con i cortometraggi di due studenti cafoscarini: Angelo’s Folly di Tommaso Giacomin, mockumentary incentrato proprio sul centocinquantenario, e Come se non fosse mai successo di Jacopo Renzi.
Giannalberto Bendazzi sarà invece protagonista di un workshop d’animazione in occasione della presentazione della sua nuova colossale opera: Animazione. Una storia globale. Spazio anche al mondo delle webserie con un programma dedicato a Lobagge, pillole ironiche sul cinema indipendente italiano, accompagnate da altri due progetti dagli stessi autori. Si celebra poi la conclusione del primo ciclo del Master in Fine Arts in Filmmaking di Ca’ Foscari con la proiezione di opere prodotte dai suoi studenti durante l’anno di studi: i video-tutorial sul rispetto della città in Venezia Your Home, il progetto collettivo Dedalus e i tre corti di diploma Viola, Teatro dei piombi e Lin-Da.
Lo sguardo al passato quest’anno è affidato a Fantastica scienza, una preziosa raccolta di materiali video del primo Novecento dedicati alla scienza. Torna l’appuntamento con Lo sguardo sospeso, il programma dedicato alla video-arte italiana più recente a cura di Elisabetta Di Sopra, quest’anno incentrato sulla transitorietà del reale e sul complesso rapporto tra uomo e natura. Non può mancare infine l’appuntamento con il
VideoConcorso Pasinetti che propone una selezione di booktrailer, così come il divertente gioco del Video-oke!, applicazione cinematografica del karaoke. In ultimo i concorsi collaterali: saranno proiettati i finalisti ed eletti i vincitori della quinta edizione del Premio “Olga Brunner Levi”, rivolto a studenti liceali di tutto il mondo e dedicato alle donne nella musica, e della seconda edizione del Music Video Competition, concorso internazionale per video musicali realizzati da studenti di cinema e università.
Lo spettacolo della serata finale, sabato 24 marzo, sarà invece affidato a Simona e Carlo Truzzi, tra i massimi esponenti mondiali della shadow art, in grado di creare sorprendenti figure (e ritratti di famosi attori, cantanti e personalità varie) con il solo ausilio delle loro mani, un telo e una fonte di luce.
Il manifesto del Festival è stato firmato per il secondo anno consecutivo da
Giorgio Carpinteri. Il grande illustratore, fumettista e pittore italiano ha elaborato un’immagine tratta da Aquatlantic, graphic novel in uscita quest’anno. Il disegno rappresenta una città fantastica tra Mare e Oriente, richiamando in questo modo due elementi tipici anche di Venezia. Un sottile omaggio al cinema è inoltre contenuto nel personaggio vestito di bianco nella parte inferiore dell’immagine che si muove come in una sequenza di tre “fotogrammi”.
I premi quest’anno saranno realizzati dal mastro vetraio
Alessandro Mandruzzato, discendente di una storica famiglia di vetrai di Murano. Le sue opere sono visibili in gallerie e collezioni private di tutto il mondo: da Milano a New York, da Dubai a Mosca.
27/02/2018, 14:21