Note di regia di "Il Confine"
Per un regista un film è anche e soprattutto un'esperienza di vita e per me IL CONFINE è una delle opere di cui vado più fiero e a cui sono più affezionato.
La prima motivazione è sia di natura artistica che umana, grazie alla chimica straordinaria che si è creata con un gruppo di giovani interpreti che, grazie al loro talento e alla loro sensibilità, hanno dato vita a delle bellissime ed indimenticabili interpretazioni. Caterina Shulha, Filippo Scicchitano, Alan Cappelli Goetz, Alessandro Sperduti sono nomi di cui si parlerà molto in futuro e per me è stato un grande piacere e un assoluto privilegio dirigerli all'alba delle loro luminose carriere.
La seconda motivazione è che, pur avendo affrontato storie di guerra in qualche mio lavoro precedente, ne IL CONFINE ho potuto raccontare visivamente i momenti più tangibili e insieme disumani della Prima Guerra Mondiale, come le battaglie sul Carso o la guerra di trincea. Per riuscire a far calare completamente lo spettatore in quella realtà storica e per mostrare l'ampiezza e la mostruosità di questo conflitto insensato, ho scelto di adottare uno stile fluido e omogeneo che privilegiasse l'aspetto emozionale e fosse in grado di passare dall'iperrealistico all'epico senza mai contraddirsi.
Il grande cinema, non solo italiano, ha già raccontato il primo conflitto mondiale con capolavori come ORIZZONTI DI GLORIA, UOMINI CONTRO, LA GRANDE GUERRA, che insieme ad altri sono stati sicuramente per me fonte di grande ispirazione. L’originalità però che contraddistingue IL CONFINE è nell'innocenza dei giovani protagonisti, ragazzi con tutta una vita davanti, i cui sogni e speranze furono spezzati per sempre da una carneficina avallata da leader inadeguati e impreparati.
IL CONFINE però non è solo un film di guerra o sulla guerra. È ancor prima una grande e originale storia d'amore. Una storia d'amore inconsueta e coraggiosa fra tre anime innocenti che saranno messe a dura prova dal destino ma che dimostreranno che i sentimenti umani sono più forti di qualsiasi ragione di stato.
Carlo Carlei