VENEZIA 75 - La "Camorra" come la raccontava la tv
Un film di montaggio, un racconto che scava nella memoria televisiva, tra interviste, immagini dai colori forti, volti e voci che appartengono al nostro passato.
Francesco Patierno racconta la "
Camorra", ma più che la nascita sul territorio, si focalizza sull’inizio del racconto che la tv, la Rai nello specifico, ha fatto di essa, portandola alla luce attraverso i reportage di giornalisti di grande spessore come
Giuseppe Marrazzo, capace di affrontare e tenere testa, armato del solo microfono, il re della Nuova Famiglia Organizzata
Raffaele Cutolo, mettendolo alle corde con domande che oggi, i giornalisti d’inchiesta faticano a fare.
Il film di Patierno mostra una malavita organizzata che nasce da lontano, col bianco e nero, molto prima che Saviano la racchiudesse in un volume, esaltandone numeri e gesta. Una delinquenza popolare che si organizza per le strade per non fare la fame, capendo che l’unione fa la forza e scegliendo la via più facile per mettere in tasca qualche mille lire e tirare a campare fino a domani. Da lì l’intuizione di qualcuno di sganciarsi dalla mafia siciliana e organizzarsi in uno (o più) eserciti per gestire i giri più grossi.
Gli anni 70 e 80 sono quelli della svolta, di
Cutolo e di
Tg2 Dossier, di
Pasquale Barra detto ‘o animale e dei racconti di
Luigi Necco, oltre il calcio e 90° minuto, dell’
eroina per le strade e di una finestra sul mondo che si apre grazie alla
televisione.
Le scelte di Francesco Patierno lascinao poco spazio al montaggio ai panorami, con tanto materiale a disposizione per mettere in scena un racconto che ci fa tornare indietro nel tempo, nei vicoli e nelle immagini di un passato che allora chi faceva tv fu in grado di raccontare con grande maestria.
02/09/2018, 21:00
Stefano Amadio