FESTA DI ROMA 13 – Il Magico mondo del cinema
Predico bene e razzolo male. Dico, per ben due volte, ai giovani sceneggiatori protagonisti del film di aprire le finestre e guardare fuori ma poi mi limito a raccontare la mia storia, senza neanche avere il buongusto di dichiararla autobiografica.
Infatti il vero problema di "
Notti magiche" è la sceneggiatura, reticente e superficiale, senza il coraggio di prendere una strada chiara che sia quella del giallo, della satira, della critica sociale o quella che avrebbe potuto racchiudere e giustificare un po’ tutto, la Statale Numero 1, la commedia.
Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Virzì sembrano raccontare con coinvolgimento e nostalgia un momento della loro vita, l’ingresso in quel mondo magico, dove tutti vogliono entrare, il cinema. I tre sceneggiatori criticano senza dare fastidio, mostrano senza far vedere tutto, provano ad essere scorretti senza creare empatia con i personaggi.
Ma lo fanno mischiando ricordi e aneddoti, personaggi veri e mostri mitologici, luoghi famosi ma per pochi, allargando così tanto il campo da renderlo sfocato e sfuggente, pieno di personaggi poco approfonditi, riconoscibili ma non da tutti, antipatici ma non del tutto. E questo, a parte il pretestuoso giallo messo in piedi perché il “genere” oggi fa fico, finisce per creare un minestrone di nomi, cose e città che fuori dalle mura aureliane e dagli studi di Cinecittà in pochi capiranno.
Fulvio, Ennio, Saponaro, il noto attore francese e tutti quelli che hanno in mano le sorti del cinema italiano sembrano costruiti su aneddoti raccontati in salotto e scenette ascoltate a cena. Un mondo pittoresco e di cialtroni senza cuore che elargiscono consigli ogni tre secondi e pontificano invece di dialogare. Il cinema insomma.
E proprio qui c’è da chiedersi se i tre autori della sceneggiatura abbiano consapevolezza del fatto che questi presupposti, queste caratteristiche e questi personaggi, compresi i tre giovani sceneggiatori, non siano la causa originale di una situazione preoccupante che parte dall’autoreferenzialità degli scrittori e va a finire nell'apatia dei produttori.
Ma, oltre alla libertà di criticare e rappresentare personaggi e situazioni come quelli che vediamo in "
Notti Magiche", il mondo del cinema è fatto di persone perbene, lavoratori che vivono del proprio lavoro, di produttori onesti, di scrittori che ancora amano scrivere sceneggiature vere e originali, rispettosi del mestiere e soprattutto degli spettatori.
27/10/2018, 19:32
Stefano Amadio