SEGUIMI - Un thriller psicologico tra arte e paranormale
Sembra un film degli anni 70, Seguimi. Gli artisti, il transfer, gli spiriti, qualche momento erotico lesbo, il vedo e non vedo, insomma una serie di elementi accennati che riescono a riempire l’ora e mezza ma che alla fine possono farci dire: be’, allora?
I pochi personaggi si muovono in una
Matera semi deserta, che sembra avere una marcia in più rispetto a Grottaferrata o a Busto Garolfo, alla ricerca di una soluzione ai propri tormenti. È misteriosa e artistica, fonte di ispirazione e di smarrimento, ambiente ideale per camminare ore da soli con se stessi, su e giù, sempre a caccia di un elemento che acuisca la natura tenebrosa del film.
Gli sceneggiatori,
Claudio Sestieri, Patrizia Pistagnesi e Nicola Molino, lavorano in sottrazione nella storia e negli eventi spostando il grosso del lavoro sui dialoghi e lasciando troppo spesso al racconto delle parole qualcosa che avremmo voluto vedere.
Così "
Seguimi" rimane un film fatto di accenni; dai generi ai personaggi, dai rapporti allo sviluppo della storia, dai costumi alla fotografia. Forse è l’esigenza di non spendere troppo a dare la sensazione che manchi qualcosa quando si arriva al dunque, a quel momento in cui scatenare il “genere”, che sia erotico, horror o misterioso, capace di farci prendere dalla storia e appassionare ai personaggi.
Gli interpreti fanno quel che possono, anche loro spingendo su quella “sottrazione” di chi vuole fermamente (e giustamente) non sembrare un attore italiano; ma rischiano spesso di finire in una zona grigia, di mezzo, lontana sì dalle smorfie della commedia dell’arte ma pericolosamente vicina all’atonia.
16/11/2018, 11:26
Stefano Amadio