Note di regia di "Scarlett"
“Scarlett” nasce da un racconto scritto diversi anni fa, in cui si mescolavano le influenze di due “maestri” fondamentali nel mio percorso artistico: lo scrittore Stephen King e il regista John Carpenter. Il film è una metafora di una realtà che al giorno d’oggi ci accumuna tutti, indistintamente: l’ossessione che abbiamo sviluppato nei confronti degli oggetti che fanno parte della nostra vita quotidiana. Le cose intorno a noi ci possiedono. In qualche modo abbiamo dato loro un’anima, le abbiamo rese “vive” a scapito della nostra felicità. Siamo ossessionati dagli oggetti che ci possiedono. “Scarlett” è un thriller ma è soprattutto un horror psicologico, e come nel cortometraggio “Figli di Nessuno” o nel recente mockumentary “Il Ballo delle Spiritate”, continua la mia personale ricerca verso l’evoluzione dell’horror cinematografico. Un genere che ha bisogno di rinnovarsi, di esplorare nuovi territori, di essere più vicino al grande pubblico e a quelle che sono le paure, le angosce e le inquietudini della nostra società.
Luigi Boccia