ITALIA DOC 14 - 9 documentari alla Casa del Cinema di Roma
Il percorso tematico di importanti recenti documentari italiani - anche quest’anno alla Casa del Cinema di Roma viene proposta la rassegna a cadenza settimanale
Italia Doc - stavolta risulta a doppio binario. I primi quattro appuntamenti rielaborano eventi e ricordi che intrecciano con forza narrativa storia società politica costume cinema, partendo finanche da 100 anni fa. Altri quattro focalizzano l’oggi, ciascuno da angolazioni originali, denuncia civile compresa. In più, l’incognita di uno fra da premiare in febbraio agli annuali Nastri d’Argento al Documentario italiano.
Dunque, due i percorsi nei racconti d’Italia Doc 2019.
Sul binario 1: analisi e affettuosa ironia più che blanda nostalgia nel materiale di repertorio notevolmente assemblato e commentato per "
Bulli e pupe – storia sentimentale degli anni cinquanta" di Della Casa-Ronchini. Il Mediterraneo fra Italia e Libia oggi specchio controverso di migrazioni e politiche dopo decenni di legami e compromessi in "
Il mare della nostra storia" solcato dallo sguardo retroattivo della Gagliardo. Il ’68 vissuto da rockettare ragazze toscane suonando incredule incredibilmente paracadutate nell’inferno del Vietnam, oggi ritrovate in "
Arrivederci Saigon" dal sapiente occhio/orecchio della Labate. Il sommo irresistibile Mattatore del nostro migliore Cinema inquadrato attraverso filmati e famiglia anche nei suoi epocali saliscendi psicologici in "
Sono Gassmann! Vittorio re della commedia" dell’acuto Corallo.
Sul binario 2: lo street artist per eccellenza, manifesto e puntuale quanto inafferrabile e imprevedibile, eccolo protagonista ‘assente’ in "
L’uomo che rubò Banksy", storia palestinese più reale, e globale, del vero. Altra arte, quella maieutica del Teatro causa e frutto di confronti, parole, fisicità, anime, è fulcro di "
Il teatro al lavoro" colto dal sensibile Pacifico mentre Toni Servillo allestisce con allievi-compagni una pièce di per sé ‘magistrale’. La musica vissuta a 360° da Riccardo Sinigallia, poliedrico nel produrla, verbalizzarla, suonarla, e il coro di chi lo affianca e apprezza nel fluidamente fotografico "
Backliner" di Lovino. La vita interrotta di più persone nel 2009 dalla esplosiva ‘non’ fatalità alla stazione di Viareggio, delinea corpo e sguardo dolenti ma reattivi di un sopravvissuto a quella tragedia in "
Il sole sulla pelle" di Bondielli, docu realmente necessario.
18/01/2019, 15:34