Note di regia di "Mentre ero Via"
Un congegno narrativo molto stimolante: un’anima femminile alla disperata ricerca del suo passato, cancellato da un vuoto di memoria che pian piano riaffiora. Il tema del “Chi ero io?” ha sempre affascinato la storia cinematografica della mia vita e questa sceneggiatura è riuscita ad esaltarne gli aspetti più imprevedibili regalando continui colpi di scena fatti di scandali psicologici e scoperte perverse. Muovere la macchina da presa fra le pieghe oscure, ma a tratti luminose, di questo racconto: era come se il mezzo cinematografico stesso fosse alla ricerca della verità, e più la verità si avvicina e diventa scomoda più si fugge da essa per inventarne un'altra nuova e così via. Un gioco di scatole cinesi fatte di specchi, diabolico. La specialità di questo GIALLO sta nelle molteplici dimensioni della suspense, che non è solo ricerca estetica ma vuole fondere la serietà e l’intensità del conflitto esistenziale vissuto dalla protagonista con la stilizzazione del genere. Vittoria Puccini ha saputo incarnare con grande sapienza e generosità un modello Hitchcockiano di donna fatale che seppur oggetto dello sguardo e del giudizio altrui, è determinata a prendersi un’autentica rivincita.
Michele Soavi