THE KING OF PAPARAZZI - Conoscere Rino Barillari
Rino Barillari è da sempre considerato il
Re dei Paparazzi. Lo stesso Fellini che nella Dolce vita aveva inventato il nome di quell’affascinante e truffaldino sottogenere di reporter fotografo, lo aveva definito “
The King of Paparazzi”.
Il film è una coregia di
Scarchilli e Spano, si tratta di un bel documentario sulla storia di Barillari ma è anche un interessante affresco sulla società e gli eventi del nostro paese dal dopo guerra in poi. Rino Barillari nasce in Calabria, fugge con un gruppo di amici a Roma alla ricerca di avventure e di fortuna, un giorno viene notato da uno “scattino”, uno dei fotografi di Piazza Fontana di Trevi che gli offrirà un primo lavoro per fotografare i turisti americani nella Capitale. Da lì a breve poi la carriera del Re dei Paparazzi esploderà nel momento più esaltante ed emozionante tra Via Veneto, Cinecittà, Fellini e La Dolce Vita di una Roma irripetibile.
Rino lavora per strada, attende stars e bellone fuori dei locali, prende pugni, gli spaccano la macchina fotografica 70 volte, prende una coltellata e in 58 anni di carriera finisce 162 volte al pronto soccorso per le reazioni negative dei suoi inconsapevoli soggetti dello star sistem. Il documentario vede la presenza di molti testimoni e amanti di quel periodo, come Carlo Verdone, Walter Veltroni, Bruno Vespa, Enrico Lucherini, Giuliano Montaldo, Valerio Caprara e molti altri ancora. Seguiamo pian piano la progressiva perdita del potere fascinatorio della Roma della Dolce Vita e l’insorgere di epoche più buie e conflittuali come gli Anni di Piombo e dell’impegno politico più duro.
Barillari segue di conseguenza la scia dei tempi, si trova un lavoro in redazione di cronaca nera e giudiziaria e segue i vari eventi della capitale. Dal rapimento di Paul Getty III , alla morte di Pasolini, fino all’attentato a Giovanni Paolo II, Barillari è sempre presente nella storia dell’Italia con i suoi scatti ed il suo sguardo senza fronzoli sulla realtà. The King of Paparazzi è un documentario ben diretto, con un montaggio molto efficace, sorretto da interviste a personaggi che sono stati protagonisti di un epoca d’oro per il costume italiano. Molto interessante anche per la mescolanza di materiale di archivio, paparazzate inedite e spezzoni di cinegiornali molto rari. Toccante l’ultima scena del film in cui Barillari esce dallo studio con la macchina fotografica al collo percorrendo una Via Veneto triste e vuota.
La Dolce Vita è finita, ormai i locali e i ristoranti di Via Veneto versano in una condizione di abbandono e di decadenza. La frase finale è forte e triste allo stesso tempo. Barillari si appoggia ad una vetrina e con la sua faccia da cinema di altri tempi guarda in camera e dice: “Finish”, è finita. Quell’epoca e quel cinema oggi non esistono più.
20/04/2019, 08:00
Duccio Ricciardelli