Note di regia di "non SI PUÒ morire BALLANDO"
Non si può morire ballando nasce da un’esperienza personale che ho voluto raccontare con gli occhi di chi sta seduto sulla sedia di fianco al letto di un ospedale.
Anch'io come Massimiliano ho sentito in quel lungo periodo la fragilità dell'uomo, l'impossibilità al rimedio e la totale inadeguatezza alla situazione.
Il film viaggia su binari paralleli; da una parte il limite della scienza e della medicina e dall'altra la forza dell'amore e degli affetti.
Ho voluto dare al corridoio d’ospedale una connotazione simbolica. Scandisce la distanza tra la vita e la morte ed è raccontato con lentezza e profondità.
La distesa di girasoli rappresenta il flusso armonioso di emozioni, di luce e di affetti che ci riserva la vita, in mezzo alla quale il destino riversa imprevisti, intoppi, brutture, come una "lavatrice rotta" dentro a uno scenario stupendo.
Andrea Castoldi